Anche il Garante dei diritti dei minori della Provincia autonoma di Trento Fabio Biasi prende posizione sull’ipotesi di apertura delle scuole dell’infanzia nel mese di luglio 2021. Attraverso una lettera aperta rivolta alle istituzioni, il garante riposta infatti alcune note pervenute sia da gruppi di insegnanti, nonché da alcuni genitori.
Diverse le problematiche rilevate, sia analizzando la situazione in cui si è svolto l’intero anno scolastico 2020-21, “caratterizzato da una scuola che ha funzionato in condizioni di estrema difficoltà, dovuta all’adozione di rigide misure sanitarie contenute in protocolli che hanno reso molto poco “ecologica” la vita scolastica sia dei bambini che del personale addetto”, dall’organizzazione di sezioni scolastiche blindate nelle medesime aule per l’intero tempo scuola, con l’impedimento di qualsiasi possibilità di contatto con i bambini ed insegnanti di altre sezioni, alla limitazione delle interazioni, delle opportunità, ma anche dei materiali e dei giochi a disposizione; fino alle notevoli difficoltà di inserimento dei bambini al primo anno di scuola dell’Infanzia, la negazione del diritto al sonno pomeridiano, non potendo tutti i gruppi usufruire di un’unica stanza per la nanna, e l’impossibilità di usufruire di spazi esterni, quali giardini o aree verdi, per un tempo sufficientemente adeguato.
La nota evidenzia inoltre la presenza di tutte le possibili soluzioni alternative e complementari alla scuola, attive e qualificate sull’intero territorio provinciale che andrebbero valorizzate ed impegnate in una offerta educativa che oggi più che mai si impone con urgenza: e la necessità di mettere al centro i bambini ed i loro bisogni, il dovere degli adulti di cogliere i loro messaggi e la necessità di considerarli da parte del mondo adulto. a tutti gli effetti, persone e cittadini, portatori e titolari di diritti.
“Nel condividere le osservazioni, questo Ufficio ritiene che le questioni esposte debbano essere considerate come costi sociali e sacrifici individuali sia dei bambini che degli operatori scolastici, che dovranno necessariamente essere messe in bilanciamento con gli auspicati benefici che si vogliono ottenere nel prolungare la durata di tale servizio pubblico – conclude la lettera di Biasi -. Si confida che la presente lettera aperta possa costituire uno spunto di riflessione e di ponderazione attenta e sensibile, in vista di scelte che non costituiscono soltanto l’offerta di un ulteriore servizio alle famiglie, ma che dovrebbero rappresentare una continuità didattica e una visione pedagogica più completa”.
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