Non abbiamo paura dei dubbi

I DECIMI DELLA VERITA’ Avete mai fatto una visita oculistica? Il dottore vi ha mai fatto osservare lettere e simboli sempre più piccoli, per capire quanto lontano può andare la vostra capacità di vedere? Nel brano del Vangelo di oggi Tommaso mette alla prova Gesù e si fida solo quando lo vede e lo tocca. Noi non possiamo vedere Gesù… o forse sì: possiamo allenare i nostri occhi a riconoscerlo in tutte le persone che ci circondano e che agiscono come Lui. Non con grandi miracoli, ma con piccoli gesti di gentilezza. Non con resurrezioni come quella di Lazzaro, ma con restituzioni di dignità alle persone semplici. Non con grandi camminate sulle acque, ma con la fiducia del camminare quotidiano. Se ci alleniamo a cambiare il nostro sguardo, vedremo che Gesù vive fra noi. Consiglio creativo: per la sfocatura colora l’esterno della lente con la polverina della punta dei pastelli, “spalmandola” con il polpastrello. (illustrazione di Lorena Martinello)

DOMENICA 11 APRILE 2021
II DI PASQUA
ANNO B

(At 4 32-35 – 1 Gv 5, 1-6 – Gv 20, 19-31)

Gesù risorto incontra i suoi amici, gli apostoli. Li trova chiusi in una stanza, con le porte sbarrate.

Hanno paura di essere ricercati e di subire la sorte del maestro. Hanno paura anche di se stessi, della loro inaffidabilità. Avevano abbandonato Gesù in mano a torturatori e carnefici e, forse, si sentono inadatti a portare avanti il suo pensiero e il suo progetto.

Egli però li vuole incontrare: non ha bisogno di uomini perfetti, che non sbagliano mai. Servono di più quelle persone che ammettono la loro fragilità e si affidano all’amore del Padre. Per questo Gesù dona loro lo Spirito santo, e li manda testimoni di misericordia e annunciatori del perdono di Dio. Nasce in questo momento la Chiesa, la «nuova creazione». Come nel racconto della Genesi l’uomo, prima di ricevere il soffio di Dio, era solo polvere della terra, così la Chiesa senza lo Spirito è una comunità senza vita, incapace di portare speranza. Senza lo Spirito creatore di Gesù costruiremo una Chiesa che si chiude a ogni innovazione, che è incapace di sognare una qualsiasi novità, che pensa che la cosa più sicura sia proclamare un messaggio ben controllato, che impedisce ogni cambiamento e costringe le nuove generazioni a celebrare la loro fede con i riti e il linguaggio di molti secoli fa.

Senza lo Spirito anche le porte delle nostre comunità restano chiuse. E allora chi annuncerà la buona notizia del Vangelo a chi è lontano? Chi porterà parole di riconciliazione a chi non ha pace? Chi si siederà a mensa con i peccatori? Chi si avvicinerà ai dimenticati della religione?

Perché mi hai veduto, tu hai creduto. Illustrazione di Lorena Martinello

Chi cerca Gesù resterà senza risposte, e chi dice di averlo trovato sarà incapace di vedere in ogni uomo, senza esclusioni, un figlio di Dio e un fratello. Come cristiani dobbiamo pregare spesso lo Spirito di Gesù, perché venga a liberarci dalla paura, dalla mediocrità e dalla mancanza di fede nella sua forza creativa.

Con gli apostoli non c’è Tommaso, il discepolo che interrogava spesso Gesù: Signore dove vai? Perché non ci mostri il Padre? La sua non è mai stata una fede remissiva, si interrogava. Quando i suoi amici gli dicono di aver visto Gesù Risorto, non crede loro. Vuol capire, vuol controllare personalmente. Nel Vangelo Tommaso appare come il discepolo che per incontrare Gesù ha fatto un percorso più lungo e più laborioso di chiunque altro, non lasciando nulla di intentato per andare a fondo della propria fede. Egli dubita, ma s’interroga, dubita ma continua a cercare e ad approfondire. Egli appare come una persona sinceramente desiderosa di credere, e per Dio è già credente! Così quando vede Gesù, rinuncia a toccare le sue piaghe, come aveva chiesto in precedenza, e ci lascia una delle più belle confessioni di fede che possiamo leggere nel Vangelo: «Mio Signore e mio Dio!» .

Tommaso è davvero un nostro contemporaneo! Ai credenti di oggi, anch’essi con tanti dubbi e perplessità dice di non allarmarsi quando dentro di loro sorgono incertezze ed esitazioni. I dubbi, vissuti in modo sano, liberano da una fede superficiale, che si accontenta di ripetere formule senza crescere in fiducia e amore.
Ho letto qualche tempo fa una preghiera che dice: «Mi piacciono gli uomini che cercano, quelli che indagano, gli uomini che non si accontentano delle cose comuni, che gridano verso Dio. Diffido di coloro che non hanno mai provato difficoltà a credere». (Piccoli figli della luce, Salmo per l’uomo moderno) Se il dubbio ogni tanto ci attira, non dobbiamo aver paura, perché Dio ci ama nel dubbio e il suo amore è più forte.

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