Nel centro di Mezzana c’è un luogo dove, da quasi sessant’anni, il tempo pare essersi fermato. Parliamo del Molino Dalla Torre Zorzìni, costruzione modesta e sconosciuta ai più, ma simbolica e identitaria della Val di Sole che merita di essere tutelata e valorizzata: ne è convinto il Comitato locale sorto a questo scopo, che chiede che si intervenga con urgenza per preservarla dal degrado e restituirla alla comunità.
Prima, però, la struttura andrà acquistata (a breve saranno presi i contatti con il proprietario per definire la strada da percorrere), ma in questo senso la sintonia con l’amministrazione comunale fa ben sperare per la buona riuscita dell’operazione.
Ad “accendere i riflettori” su questo nascosto angolo di storia è stato il censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore” lanciato nel marzo 2020 dal Fondo Ambiente Italiano: il Molino, con 4.350 voti, si è classificato al primo posto dei luoghi più votati del Trentino e al 90° posto in classifica nazionale: un gran bel traguardo per questo piccolo bene che non può lasciare indifferenti.
“Da tempo avevamo individuato questa piccola casetta in centro storico, rendendoci conto che al suo interno tutto era rimasto fermo all’ultimo giorno di lavoro del mugnaio, la sua camicia appesa, le tazze sul tavolino”, racconta la promotrice del Comitato “Molino Dalla Torre Zorzìni”, Patrizia Cristofori. “E allora il censimento nazionale ci è subito parso una grande occasione, anche perché c’era il timore che prima o poi la struttura potesse essere venduta, diventando altro”.
Il Molino non funziona più dal 1965, dall’improvvisa scomparsa, dell’ultimo mugnaio Vittore Giovanni Dalla Torre: anni, quelli, che portavano in Val di Sole cambiamenti improvvisi e radicali, legati a un nuovo turismo di massa. “E così anche il piccolo opificio perdeva il suo significato, ma oggi, dopo un necessario intervento di messa in sicurezza, può riacquistarlo come simbolo di un passato che non c’è più – sottolinea la delegata del FAI di Trento Annamaria De Luca – aprendosi alla cittadinanza e alle scolaresche, riportando in centro storico turisti e visitatori”.
Il Molino di Mezzana presenta delle peculiarità che lo rendono unico: una notevole documentazione archivistica ancora conservata dalla famiglia Dalla Torre Zorzìni e la presenza di tutti gli oggetti per il suo funzionamento, una sorta di capsula del tempo rimasta inalterata fino ad oggi; attorno alla struttura, inoltre, si trova un ampio appezzamento di terreno nel quale si potrebbero piantare a scopo didattico alcune coltivazioni di cereali, creando un connubio virtuoso con la struttura produttiva.
“Pensando a un futuro progetto di gestione che sia sostenibile, sarà vitale creare in rete tra realtà che già si occupano della valorizzazione dei beni culturali presenti in valle, penso ad esempio al Mulino Ruatti”, sottolinea ancora Cristofori. “Il lavoro dei volontari resta imprescindibile, ma per la gestione serve una visione comune”.
Ripartire dalla cultura, insomma, sperando che non resti soltanto un bello slogan. “Siamo davvero convinti che questa sia una strada percorribile”, conclude Annamaria De Luca. “Perché se è vero che la maggior parte dei turisti che frequentano Mezzana e Marilleva è attratta dallo sci, c’è anche una bella fetta di visitatori che, soprattutto in estate, è in cerca di un altro tipo di esperienza, più lenta; che vuole ritrovare l’identità e l’autenticità del paese alpino, che ama passeggiare e andare alla scoperta dei piccoli centri, apprezzando luoghi e manifestazioni culturali”.
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