Il giorno dopo le dimissioni “per motivi familiari” del Direttore per l’Integrazione Sociosanitaria dell’APSS dott. Enrico Nava, una doppia severe presa di posizione da parte dei vertici della sanità trentina. Dopo aver avuto conferma che il 5 gennaio è stato somministrato il vaccino anti Covid alla consorte di Nava, è stata decisa una Commissione d’indagine interna per ricostruire la dinamica dei fatti ed eventuali violazioni. Il Direttore generale dott. Pier Paolo Benetollo ha nel frattempo accettato le dimissioni di Nava.
L’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana ha espresso in una nota “tutto il mio sconcerto per quanto è emerso e l’amarezza per questo comportamento che offende tutti coloro che sono impegnati nella campagna vaccinale e quelle categorie fragili e/o più esposte al possibile contagio che attendono pazientemente il loro turno”.
Ha anche richiesto a Benetollo di “applicare al termine dell’indagine dei provvedimenti disciplinari esemplari.”
Lo stesso Direttore generale, nell’avviare l’indagine, ha dichiarato in un comunicato stampa: “L’episodio va chiarito fino in fondo – afferma Benetollo – anche per rispetto di tutti gli operatori sanitari che da mesi sono impegnati in questa importante campagna vaccinale e che, nelle prossime settimane, a fronte del tanto atteso incremento delle forniture, saranno chiamati ad uno sforzo collettivo straordinario”.
Sulla vicenda intervengono anche i sindacati trentini con una nota congiunta dei loro segretari provinciali: ““L’episodio che ha visto coinvolto uno dei manager di punta dell’Azienda Sanitaria nominato di recente nel suo ruolo dal nuovo direttore generale Benetollo, getta un’ombra sulle strategie vaccinali della Provincia di Trento. Va fatta quindi piena luce – chiedono CGIL, CISL e UIL – su questo increscioso e inaccettabile episodio a partire da un’attenta verifica della sussistenza di altri casi di questo tipo. Sarebbe infatti gravissimo se anche in altre occasioni fosse accaduto che alcuni abbiano potuto accedere alle vaccinazioni anti-Covid solo in virtù di legami di parentela o conoscenza con figure di rilievo della pubblica amministrazione”.
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