Sono stati presentati dall’ufficio Studi e statistica del Comune di Trento i dati aggiornati relativi alla popolazione residente nell’anagrafe del capoluogo, affiancati da un’analisi approfondita delle caratteristiche della popolazione.
Al 31 dicembre 2020 la popolazione supera, per la prima volta, quota 119 mila residenti (119.061, di cui 61.677 donne e 57.384 uomini), evidenziando un aumento di 217 unità rispetto all’anno precedente. Si conferma l’invecchiamento della popolazione, che ha un’età media pari a 44,9 e un indice di vecchiaia pari a 174, ovvero ogni 100 giovani in età tra i 0 e i 14 anni, ci sono 174 persone sopra i 65 anni. Sul territorio cittadino ci sono 21 persone ultracentenarie, tutte, ad eccezione di uno, donne.
Sul territorio ci sono 54.460 famiglie, in aumento di 444 unità rispetto all’anno precedente. Il numero di componenti medi si abbassa, per la prima volta dopo oltre 10 anni, a 2,1. Si conferma il trend in aumento delle famiglie composte da una sola persona, che costituiscono il 41% del totale dei nuclei. A tal proposito si evidenza una grande differenza tra le persone che vivono da sole: per quanto riguarda le donne, che sono in numero maggiore degli uomini (57% dei nuclei monofamiliari), sono principalmente collocate nelle fasce d’età più elevate e, spesso, sono anche vedove, mentre la maggior parte di famiglie unipersonali maschili, sono costituite da uomini “giovani”, celibi.
I residenti con cittadinanza straniera presenti in anagrafe sono 14.143, in leggero aumento rispetto al 2019 (+ 81 persone) e costituiscono l’11,9% del totale degli iscritti. L’età media degli stranieri è pari a 34,3. Le tre cittadinanze maggiormente rappresentate sono la rumena (2.271 persone), la pakistana (1.395) e l’albanese (1.169), con una differenza per genere: gli uomini rispettano questa graduatoria, mentre per le donne, alla cittadinanza rumena, seguono l’ucraina e la moldava.
Sono 196 i matrimoni celebrati nel corso del 2020, il 31% in meno di quelli del 2019. Otto matrimoni su dieci si svolgono con rito civile. Il dato per l’anno 2020 è il minore registrato nell’ultimo decennio, ma il calo potrebbe essere influenzato anche dalle restrizioni dovute all’emergenza legata al Covid 19.
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