Femminicidi, la Diocesi di Trento rilancia l’iniziativa “Un posto vuoto” nelle chiese

Il “Posto occupato” nella chiesa di Cristo Re, un anno fa

Un posto vuoto nelle chiese e una preghiera in ogni Messa, domenica prossima, per Deborah Saltori e tutte le donne vittime di violenza. La Chiesa di Trento, alla luce dell’ultimo dramma familiare, rilancia in tutte le parrocchie l’iniziativa già proposta esattamente un anno fa, poi congelata a causa della pandemia che aveva portato alla chiusura delle chiese.

“Quanto sia urgente tenere alta l’attenzione, denunciare i soprusi e diffondere una cultura di non-violenza è sotto gli occhi di tutti”, commenta don Cristiano Bettega, delegato dell’Area Testimonianza e Impegno Sociale della Diocesi di Trento. “Vorremmo contribuire – continua – a tenere alta l’attenzione su un tema così drammatico e aiutarci a riflettere sulla necessità di un cambiamento culturale, che porti tutti a riconoscere la pari dignità tra donne e uomini: non solo con parole e proclami, ma con gesti e atteggiamenti concreti”.

Di qui la proposta, rilanciata in questi giorni alle comunità parrocchiali: allestire di nuovo il “posto occupato” nelle chiese. Il gesto proposto è molto semplice: in ogni chiesa viene preparato stabilmente un posto, su un banco o su una sedia, segnalato da un indumento da donna di colore rosso: un foulard, una borsetta, un paio di scarpe, qualcosa che possa attirare l’attenzione dei fedeli durante le celebrazioni; la spiegazione del segno viene affidata a una scritta: “Posto che sarebbe stato occupato dalle donne, vittime di violenza”.

La Chiesa di Trento rilancia in tutte le parrocchie l’iniziativa già proposta un anno fa. Foto © Gianni Zotta

Nel ricordo particolare di Deborah Saltori e del suo barbaro assassinio, le comunità della Diocesi di Trento sono inoltre invitate ad esprimere nelle Messe del prossimo fine settimana (seconda domenica di Quaresima) una preghiera dedicata.

Questo il testo:  “Deborah è l’ennesima vittima di femminicidio in Italia e, ancora una volta, a casa nostra. La affidiamo a te, Signore della Vita; e insieme a lei ti affidiamo i suoi figli, i suoi familiari e gli amici, ma anche i familiari e gli amici dell’uomo che ha alzato così violentemente la mano contro di lei e lo stesso assassino: anche loro li vogliamo affidare a te. La tua misericordia, Signore, possa raggiungere tutti coloro che sono particolarmente coinvolti in questo dramma. Ma ti chiediamo anche, Signore, di aiutare ciascuna e ciascuno di noi a diffondere solo sentimenti di dialogo, di rispetto, di attenzione verso tutte le donne e tutti gli uomini che incontriamo”.

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