Cos’hanno in comune una seguita influencer roveretana, un coro dalla storia ultra quarantennale sempre roveretano e un cantautore (non roveretano) che risponde al nome di Francesco Guccini? Apparentemente, nulla.
Se non che i coristi – “stanchi di video formato foto tessera o dei soliti video di montagne” (e non ci sentiamo di dare loro torto…) – contattano l’influencer chiedendole di aiutarli a mantenere viva l’attenzione sulla loro realtà, in un momento nel quale, assieme a prove e esibizioni, si è azzerata anche quella magica socialità che da accompagna la coralità alpina.
Il risultato è un bel video di un paio di minuti, dal quale emergono forti il valore e l’importanza di una delle eccellenze della nostra terra.
Fin qui tutto bene. Ma Guccini, che c’entra? Nulla, naturalmente, peccato che diventi – suo malgrado – protagonista dato che il video si apre con la citazione di “un’intervista di qualche anno fa” nella quale il cantautore avrebbe ridotto i coristi trentini a un branco di ubriaconi.
Facciamo un gioco: a quanti guardando il video è venuto in mente “ma l’avrà veramente detta quella frase?”. Pochi, con un tentativo di debunking, di sbufalamento (oh che brutto termine!) per altro prontamente rintuzzato. Quanti, invece, sentendosi paladini della coralità trentina assediata dal “modenese volgare”, hanno sguainato la spada? Tanti. Ne sono la prova i commenti, più o meno arrabbiati, più o meno ironici, di chi, perdendo di vista il senso stesso del video, si scaglia contro lo “scivolone” del cantante.
Peccato solo che lo “scivolone”, vogliamo credere del tutto involontario e frutto di una mancata (ma sempre doverosa, sul web a maggior ragione!) verifica, sia, in questo caso della influencer: quell’intervista infatti non esiste, si tratta semplicemente di una datata operetta satirica intitolata “I Cori”. Insomma, una fake da manuale data in pasto ai social. Dove, si sa, sempre meno ci si preoccupa di masticare bene prima di buttare giù.
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