È stato trovato lo scorso 2 febbraio in un ufficio di corso Buonarroti a Trento un piccolo geco comune, immobile e intorpidito. Il rettile, originario dell’area mediterranea, è stato portato al MUSE dove è stato inserito in un terrario riscaldato, in attesa della primavera, quando verrà riportato in “colonia”.
Il ritrovamento del piccolo geco (Tarentola mauritanica), che misura circa 4 centimetri, ha incuriosito sia il cittadino che lo ha rinvenuto, sia i naturalisti del museo, per i quali non era sorprendente la specie, bensì il periodo in cui è stata rinvenuta in attività, già a inizio febbraio e con temperature di qualche grado sopra lo zero. “Se possibile – dicono gli esperti del MUSE – lo rilasceremo su un muro esposto a sud nei pressi di qualche anfratto che gli possa servire da rifugio. Le sue ridotte dimensioni lo rendono ancora molto vulnerabile alla predazione da parte di gatti, cornacchie e grossi uccelli insettivori”.
Trento infatti, da quando i primi gechi hanno fatto la loro comparsa oltre 25 anni fa, ospita una ‘storica’ colonia di gechi comuni che nidifica in un edificio posto all’interno della zona ferroviaria che presenta le caratteristiche dimensionali e strutturali consone alla biologia di questi piccoli ma robusti rettili ad attività crepuscolare notturna, come le alte pareti e l’abbondanza di pertugi in contesti poco disturbati.
“Se nelle sere di primavera o estate ci si aggira attorno ai suoi muri, spesso si possono vedere i aggrappati all’intonaco, a caccia di falene e altri insetti attratti dalla luce sulle superfici illuminate dai faretti. Nelle vicinanze – spiegano dal MUSE – si trovava pure uno scalo ferroviario, dove venivano deposti i vagoni dei convogli che provenivano dal sud: sicuramente l’originario viatico del rettile a Trento, grazie al quale la colonia ha potuto originarsi”.
Chi volesse condividere osservazioni di anfibi e rettili effettuate in Trentino, aiutandoci nell’aggiornamento dell’atlante della nostra provincia, può scrivere una mail a anfibi.rettili@muse.it. Di pari passo, proseguono tutti gli altri progetti di Citizen Science del museo (qui maggiori info) e l’attività del gruppo Facebook “Citizen Science MUSE”, un luogo virtuale dove poter richiedere l’aiuto degli esperti del MUSE per tutti i dubbi identificativi relativi a minerali, rocce, fossili, piante e animali.
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