Era fermamente convinta del ruolo della letteratura e delle librerie, vere e proprie fucine del pensiero. “Leggere in libertà – diceva – esercitare lo spirito critico, confrontare le nostre idee con quelle altrui è alla base della libertà. Ricordiamoci che il libro è un’arma dell’intelligenza”.
Ricordiamo così Pia Benigni (27 gennaio del 1927 – 14 maggio 2013), una vita tra e con i libri, che la portò anche a ricoprire il ruolo di responsabile provinciale dei librai.
Tra gli scaffali, Pia ci finisce fin da bambina: è il 1939 e a suo padre viene offerta la gestione di una libreria da parte dell’onorevole Lionello Groff. Pochi mesi dopo però il padre muore e a prendersene cura sono la moglie e le tre figlie. Sono tempi duri, tempi di guerra: Pia e sua madre dovevano andare a piedi dalla Valsugana a Trento tutti i giorni per aprire la libreria, altrimenti rischiavano di perdere la licenza e, di conseguenza, il lavoro. Un aneddoto che Pia ricordava in particolar modo era il fatto che spesso, per andare in città, i tedeschi le offrivano un passaggio, correndo il rischio di essere attaccati dai partigiani. C’erano poi i bombardamenti: Pia era costretta a lasciare la libreria aperta e a correre nel rifugio antiaereo.
Termina la guerra, l’attività passa in gestione a Pia e alla sorella Maria. Nel 1982 il proprietario dell’immobile che ospitava la libreria le sfratta, ma la fortuna non si fa attendere. Infatti proprio in quel periodo le suore di San Paolo si stavano trasferendo da via Belenzani, attuale sede della libreria, a via Perini.
Le due sorelle, quindi, si trasferiscono a due passi dal Duomo di Trento, dove ancora oggi la sorella Maria porta avanti l’attività. Entrando e scambiando quattro chiacchiere con la libraia si capisce come Pia – insignita nel 2011 dell’aquila di San Venceslao, massima onorificenza del comune di Trento – sia ancora ben presente all’interno dei quel piccolo, storico locale. Una bella foto è lì a ricordarla e la sorella, la mostra volentieri con affetto e riconoscenza.
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