“Erano le sei e trenta del mattino, stavo andando in cucina e improvvisamente è caduto un quadro”. Inizia così il racconto di padre Mariano Passerini, originario di Besagno, frazione di Mori, dal 2010 in Croazia per promuovere la causa di beatificazione di Ivan Bonifacio Pavletic per conto della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione.
“Il quadro era già pericolante – riprende padre Passerini – ma mi sono spaventato moltissimo, perché ho sentito il rumore dei vetri che si rompevano. Però non ho pensato subito che si trattasse di un terremoto. Sono uscito di casa per andare a celebrare l’Eucaristia, e un parroco di qui mi ha gridato: ‘Ma non l’hai sentito il terremoto?’”.
La prima scossa ha colpito la Croazia lunedì. Ma è stata la seconda, quella di ieri alle 12.19, ad avere l’impatto più forte sul Paese, tanto da essere avvertita anche nelle vicine Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord. E anche oltre, fino al Nord Italia.
Padre Passerini abita a Kutina, una cittadina di 25mila abitanti che si trova nella regione più colpita dal terremoto, quella di Sisak e della Moslavina. Kutina è a 50 km da Petrinja, l’epicentro del sisma, il cui picco più alto ha raggiunto il grado 6.4 della scala Richter. Oltre a Petrinja, i danni più forti sono stati avvertiti nella città di Sisak e, in misura minore, a Zagabria, già colpita da un terremoto a marzo.
“Ieri alle 12.19 ero a casa di una famiglia per la benedizione natalizia – prosegue padre Passerini -. Avevamo appena iniziato quando i quadri hanno cominciato a cadere. La casa tremava molto forte; quindi siamo scesi subito in cortile, dove si faceva fatica a stare in piedi. Bisognava quasi muoversi assecondando i movimenti della terra che si agitava. Mi ha colpito molto vedere due cavalli che si sono bloccati improvvisamente, fissandosi, e rimanendo immobili per molto tempo, come se fossero stati colpiti da qualcosa. Una signora che stava in casa continuava a pregare chiedendo al Signore di bloccare la terra”.
Un duro colpo per la Croazia, già piegata dalla pandemia. Sono sette, sinora, le vittime contate. Anche stamattina la terra ha tremato per ben tre volte, tutt’e tre le volte raggiungendo quasi i 5 gradi della scala Richter.
Per fortuna, ieri Kutina non ha subito grossi danni. “Qualcuno ha visto il campanile della nostra chiesa che oscillava – racconta il missionario -. Vicino al campanile, poi, c’è un organo, e in quel punto sono caduti parecchi calcinacci. È crollata anche una statuetta che raffigura Giovanni Battista che battezza Gesù”.
Nonostante i pochi danni materiali subiti rispetto ad altre cittadine, a Kutina lo spavento è tanto. A Petrinja la gente stanotte ha dormito per strada, sfidando il freddo pur di non stare in casa, oppure rifugiandosi nelle macchine. Anche a Kutina le persone non hanno voluto saperne di rientrare nelle loro abitazioni. “Stamattina – dice padre Passerini – due mamme hanno voluto che facessi la benedizione in strada per non mettere in pericolo i propri bambini andando in casa. Gli anziani, poi, sono scioccati. Molti di loro vivono da soli perché i loro familiari lavorano nella capitale, o addirittura si trasferiscono in Germania, Austria e Slovenia per trovare un futuro”.
Tra questa mattina e stanotte sono partiti 26 veicoli di aiuti umanitari da Kutina alla volta di Petrinja. Contenevano lampade, generatori, forniture per l’igiene, acqua, cibo in scatola e durevole, piatti e posate.
Il Vescovo di Sisak, Vlado Kosic, ha invitato tutti i fedeli a due giornate di digiuno e preghiera tra oggi e domani. È stato inoltre aperto un conto corrente per le donazioni della Caritas di Sisak.
Per inviare aiuti alle popolazioni colpite dalle terremoto in Croazia è possibile rivolgersi alla Caritas diocesana di Trento.
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