A cent’anni esatti dal giorno della loro benedizione, domenica 20 dicembre le campane del Duomo di Trento risuonano in un concerto augurale, il caratteristico campanò, eseguito da alcuni esperti campanari: il modo migliore per ricordare il dono ricevuto (in un’epoca anche allora difficile come il primo dopoguerra) dai fedeli e dai cittadini di Mantova che promossero una raccolta di offerte per realizzare i nuovi bronzi in sostituzione di quelli fusi durante guerra. Anche l’arcivescovo Tisi, dopo la Messa delle ore 10, ha ricordato questa vicenda, significativa per i suoi aspetti sociali e pastorali, alla quale il Capitolo della Cattedrale ha dedicato un interessante libro storico ed una suggestiva mostra. Posticipata invece la visita del Vescovo e del sindaco di Mantova, ai quali potremo esprimere solo a fine pandemia una riconoscenza… centenaria.
LA MOSTRA
S’intitola semplicemente “Le campane a Trento 1920-2020”, la mostra curata da Chiara Moser, mons. Lodovico Maule a Marco Arman nell’aula San Giovanni sotto il Duomo; per ora l’ apertura non è possibile per le norme anticontagio ma si può visitare per immagini nel sito della cattedrale.
Nelle straordinarie foto d’archivio in apertura si riconoscono alcune delle circa 2500 campane requisite nel 1915 dalle chiese trentine (alcuni nomi di paesi sono ancora leggibili) e disposte come dei condannati: i loro bronzi diventarono in gran parte cannoni e ordigni bellici.
Come un segnale di rinascita, a guerra conclusa, cittadini e fedeli raccolti nel “Comitato Beneficentia di Mantova” si diedero da fare per sostenere il ritorno delle prime nuove campane sui campanili di Trento e Trieste (la scelta delle due città si comprende per l’entusiasmo politico dell’epoca) che tornavano così a portare rintocchi di pace.
“Anche in questo tempo di pandemia e tribolazione, in cui siamo isolati e chiusi, ci sia di nuovo suono argentino delle campane che ci spinge a guardare con fiducia verso l’alto”, osserva mons. Lodovico Maule, il decano del Capitolo che da tempo ha progettato questa mostra.
Un opportuno rilievo è dato alla figura dello scultore trentino Stefano Zuech, autore degli artistici fregi (e delle relative formelle in gesso con alcuni dei santi raffigurati sui sacri bronzi). Fra i personaggi figura anche il proprietario della ditta Colbacchini che ha voluto salire sul campanile per fissare la campana più grande. Supporti e contributi video in mostra portano virtualmente il visitatore alla scoperta della cella campanaria.
IL NUMERO SPECIALE
Come illustrato in una pubblicazione speciale edita cent’anni fa, la raccolta fu avviata dal Comitato attraverso la diffusione di cartoline rievocative in tutto il Nord Italia: tra le motivazioni si ricorda anche il valore comunitario e simbolico che le comunità trentine attribuivano a quelle campane che erano state loro sottratte. Fra gli aneddoti si cita la tenacia con cui un parroco, venendo a sapere che una delle campane del paese non era stata fusa, fece una pubblica richiesta di aiuto, promettendo una lauta mancia in caso di ritrovamento.
In mostra si trovano riproduzioni e dettagli delle sei campane (altre due furono fuse in un secondo tempo), contraddistinte da una denominazione: dalla più grande, “il San Vigilio” che ancora oggi suona ogni venerdì alle 15 all’”Anselmina” che evoca il patrono mantovano Sant’Anselmo.
IL LIBRO
Edito dal Capitolo del Duomo nella sua collana “Quaderni”, il volume donato domenica a mons. Tisi riunisce e approfondisce tanti aspetti poliedrici: il significato pastorale e simbolico di queste campane (mons. Lodovico Maule) e della splendida monofora che orna il campanile, i cambiamenti architettonici del Duomo (arch. Michele Anderle), la storia di tutte le campane avvicendatesi nella Cattedrale (la storica dell’arte Chiara Moser), le tecniche di suono e di costruzione (il campanologo Flavio Zambotto) ed anche le fonti documentali (l’archivista Katia Pizzini). Un vero e proprio dossier che consente di prolungare nel tempo – proprio come i rintocchi che riecheggiano da cent’anni – la riconoscenza per il dono mantovano.
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