Due anni fa ci lasciava tragicamente Antonio Megalizzi, il giovane reporter radiofonico ferito a morte nel sanguinoso attentato di Strasburgo, avvenuto qualche giorno prima, l’11 dicembre 2018.
Nel giorno del secondo anniversario della sua scomparsa, Megalizzi è stato ricordato con la Santa Messa celebrata questa sera dall’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nella chiesa di Cristo Re, a Trento, parrocchia frequentata dal giovane giornalista.
“L’autorità di ognuno di noi dipende da come uno vive, e pensando ad Antonio mi risulta estremamente facile e bello poter dire che in brevissimi anni il suo modo di vivere gli ha permesso di avere una grande autorevolezza, i cui frutti si sono visti anche in questi due anni: in questi due anni la Fondazione che porta il suo nome ha potuto fare tanto, perché alle spalle ha questo grande giovane, ha l’autorevolezza delle sue visioni, delle sue parole e del suo modo di interpretare la vita”, ha esordito l’Arcivescovo nell’omelia: “Ogni sua idea era accompagnata da quella passione che faceva sì che l’idea diventasse la sua vita, non semplicemente una semplice intuizione concettuale. È a quel punto che un’idea è abitata, la parola rimane, porta frutto, scava e cambia il mondo“.
“Antonio è stato un profeta, due anni fa lui sognava e parlava di Europa mentre andavano in onda interpretazioni che davano l’Europa al capolinea Oggi la pandemia ci dice che senza Europa saremmo per terra del tutto, senza Europa, con tutti i suoi limiti, dove potremmo andare? – ha aggiunto don Lauro – La realtà ci porta a capire che l’Europa, ma più in generale l’umanità pensata come fraternità, è l’unica via che abbiamo per salvarci. Grazie Antonio perché, quando nessuno ti avrebbe creduto, coltivavi il tuo sogno di Europa”.
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