Sono stati trasmessi in diretta streaming sulla pagina Youtube “Città di Bolzano” i funerali di Lidia Menapace, partigiana, insegnante e politica novarese ma bolzanina d’adozione morta lunedì 7 dicembre. Nel corso della cerimonia funebre, è stato letto il messaggio di Marta Brisca, nipote di Lidia Menapace: “Le parole sono un dono e non vanno sprecate. Le parole vanno invece pensate, capite, usate, amate, liberate. Lidia ha dedicato la sua vita al pensiero di parole da capire, amandole per poterle usare nel loro senso più alto, a vantaggio di tutti, affinché le persone potessero prendere coscienza della propria libertà”.
In occasione dell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che ricorre oggi, è stato ricordato anche l’impegno della partigiana “Bruna” in difesa della democrazia, dei diritti umani – in particolar modo di quelli delle donne – e della pace.
“Sarà un impegno della città ricordarla – il pensiero della Giunta comunale di Bolzano – portando avanti la memoria delle sue opere e delle sue battaglie”. Menapace è stata ricordata anche al gruppo Anpi di Bolzano, che ha spiegato come, andando nelle scuole e rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, affermava sempre che “potete chiamarmi ex politica, ex parlamentare, ex insegnante, ma non chiamatemi ex partigiana, perché sono partigiana per sempre”. È stato inoltre commemorato l’impegno di Menapace nel far emergere, assieme ad Anna Bravo e ad altre storiche, l’impegno e il ruolo delle donne nella Resistenza.
L’hanno ricordata anche i compagni di partito – dopo un primo periodo di militanza nella Democrazia Cristiana, Menapace si era infatti iscritta al Partito Comunista -, alcuni amici e un suo vecchio alunno. “Lidia – ha affermato il suo ex studente – è stata capace d’insegnarci come si dovesse essere resistenti. Resistenza vuol dire essere all’opposizione, avere capacità critica sempre, in ogni momento, ma significa anche possedere capacità di dialogo”.
È stato anche proposto di dedicarle un albero sulla Collina dei Saggi di Bolzano, che ospita delle piante che ricordano “i giusti” della città. La cerimonia si è conclusa con il canto partigiano per eccellenza, “Bella Ciao”.
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