Fino a oggi la comunità scientifica internazionale era convinta che il riscaldamento globale riducesse l’ossigeno presente nei laghi, cosa che sta succedendo a molti specchi d’acqua di fondovalle. Una recente ricerca condotta dalla Fondazione Mach sul lago di Tovel ha di fatto modificato questo paradigma evidenziando che nel lago trentino situato a 1200 metri di altitudine il cambiamento climatico aumenta l’ossigeno sul fondale a causa della penetrazione dell’aria dovuta alla formazione di ghiaccio ritardata di quasi tre settimane dalla metà degli anni ’80. “La differenza è stata individuata come importante contributo per la ricerca internazionale e quindi pubblicizzata dalla rivista EOS ORG”, annuncia una nota dell’ufficio stampa della Fondazione Mach il 29 ottobre 2020.
Volendo contribuire alla divulgazione del messaggio anche per renderlo comprensibile a chi non ha molta familiarità con argomenti scientifici, abbiamo interpellato Giovanna Flaim, ricercatrice della Fondazione Mach nel comparto di idrobiologia che si è occupata a lungo di alghe responsabili dell’arrossamento delle acque del lago di Tovel e dal 1995 fino al recente pensionamento ha coordinato il prelievo, a cadenza mensile, di campioni di acqua da sottoporre ad analisi fisiche e biologiche riguardanti le condizioni e gli eventuali cambiamenti all’interno del bacino lacustre. Da anni, dice la nostra interlocutrice, la Fondazione Mach studia il lago di Tovel. La prima stazione meteorologica è stata installata nel 1973 da Attilio Arrighetti capo della sezione forestale della Stazione sperimentale di S. Michele all’Adige. Gli strumenti di misurazione di vari parametri ambientali e idrici installati successivamente hanno consentito la raccolta di una lunga serie di dati scientifici. Grazie alla disponibilità di una consistente quantità di dati il lago di Tovel è stato inserito come sito di ricerca nella rete internazionale di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine (LTER) Il riconoscimento ufficiale risale però al 2012.
L’incarico comporta il controllo semestrale dei dati meteorologici da parte dell’Unità di lavoro meteorologia diretta da Stefano Corradini e dei dati idrobiologici rilevati mensilmente dall’Unità di lavoro idrobiologia del quale si occupa attualmente la ricercatrice Ulrike Obertegger.
In merito all’argomento oggetto dell’articolo pubblicato dalla rivista internazionale citata nel comunicato stampa la nostra interlocutrice fornisce un resoconto dettagliato.
Le ricerche hanno dimostrato che il ghiaccio si forma sempre più tardi a causa delle temperature più calde in autunno. Dalla metà degli anni ’80 il lago si ghiaccia con un ritardo di quasi tre settimane. Uno dei più importanti effetti di questo ritardo è l’aumento dell’ossigeno che è fondamentale per la vita acquatica negli strati profondi del lago a partire dagli anni ’90.
A trarne vantaggio è l’intera fauna ittica ed in particolare i salmerini che richiedono alte concentrazioni di ossigeno. Anche la quantità di pioggia o di neve è importante perché
sono cariche di ossigeno. Importante è anche la quantità di luce che entra nei vari strati di acqua. Insieme alla temperatura la luce favorisce la fotosintesi operata dalle alghe. Anche questo processo concorre ad aumentare la quantità di ossigeno. Si attiva così una catena alimentare (trofica) che passa attraverso quattro classi di esseri viventi. Le alghe rappresentano una fonte di cibo per lo zooplancton rappresentato da piccoli animaletti: cladoceri, crostacei, copepodi, rotiferi. Di zooplancton si alimentano i pesci. I loro rifiuti vengono trasformati dai batteri che ne ricavano energia per vivere e riprodursi.
L’analisi chimica serve per misurare e stabilire la quantità e qualità di elementi della conducibilità elettrica o che svolgono funzione di nutrienti. Il fosforo è carente e quindi rappresenta un fattore limitante. L’azoto è indicatore di sostanza organica che pure è carente nell’acqua del lago di Tovel da quando mancano gli animali all’alpeggio ed anche l’apporto organico da parte dell’uomo è limitato: poche case di abitazione e accesso di visitatori controllato dall’amministrazione comunale. Il lago di Tovel non è il solo lago inserito nella lista internazionale. Per quanto riguarda l’Italia Giovanna Flaim cita l’Alto Adige, il Piemonte e la fascia appenninica. A livello mondiale i laghi coinvolti sono diverse migliaia tenuto conto che le Nazioni aderenti superano la cinquantina. Da ciò si deduce che la pubblicazione dell’articolo firmato da Giovanna Flaim, Daniele Andreis e Ulrike Obertegger insieme al ricercatore trentino Sebastiano Piccolroaz ha raggiunto l’intera comunità internazionale interessata all’argomento.
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