Sabato sera, la notizia arriva improvvisa, un incidente a Preore, quattro ragazzi coinvolti. Non conosco i dettagli, so solo che una ragazza di 16 anni, una mia coetanea, ha perso la vita.  Poi, poco dopo, la telefonata che non avrei mai voluto ricevere. Al telefono è la mia migliore amica, una delle prime ad aver saputo della tragedia; mi dice che quella ragazza è Valeria, la mia compagna di classe al Guetti, la ragazza che suonava il clarinetto nella banda, giocava a pallavolo, aveva molti amici, un ragazzo che le voleva bene e una classe in cui, anche se non è stata sempre con noi  (in prima faceva lo scientifico, è venuta a scienze umane in seconda), è stata subito accolta.

È davvero difficile metabolizzare la notizia e ancora adesso non me ne rendo conto. Mi sembra impossibile che solo sabato mattina abbiamo fatto tutte le lezioni insieme, ci siamo annoiate durante latino, abbiamo riso e scherzato sul gruppo di classe e parlato dei professori e adesso lei non c’è più. Non riesco a convincermi che lunedì, quando entreremo in videolezione non vedrò più la sua foto profilo di Sgarbi, non sentirò il suo “presente” all’appello e che quando torneremo in presenza il suo banco in prima fila sarà vuoto.

Non abbiamo nemmeno potuto salutarla, se n’è andata così, in un attimo. L’ultima volta che l’ho vista è stata ad inizio mese, prima di andare in DAD, allora eravamo fiduciose di rivederci, anche se sapevamo che non sarebbe stato tanto presto.

Durante tutta la domenica la nostra classe ha ricevuto email e messaggi di condoglianze da parte di molti professori e alunni della scuola, ma penso che in questi momenti niente possa lenire il dolore. Possiamo solo parlarne tra di noi e ricordare Valeria come la ragazza solare e sicura di sé che è sempre stata, certe che se fosse qui con noi farebbe una battuta e ci direbbe di andare avanti, perché noi siamo fortunate ad essere qui e a vivere la vita, che è il più bel gioco che ci sia concesso di giocare.

Ciao Valeria, sarai sempre con noi.