Ricorre oggi il terzo anniversario della prematura scomparsa di un illustre e indimenticato predazzano, il professor Arturo Boninsegna, la cui dipartita ha lasciato un grande vuoto anche nel mondo della cultura, e non solo in ambito locale. Proprio a tale proposito vale la pena di ricordare che anche nei pressi di Padova vi è un sito dove il suo nome è abbinato ad una pianta di carpino che sta crescendo in un parco fluviale, dove è stato ricavato un ambiente naturale e incontaminato, denominato “Angolo del pensiero”, lungo il fiume Tergola.
In questo spazio, delimitato da una trentina di carpini, si arriva per una pista ciclo-pedonale sterrata e si può sostare per godere un po’ di fresco, allietati dal canto degli uccelli, ascoltando il lento fluire dell’acqua, immersi tra campi di girasoli e di mais a perdita d’occhio. Un posto veramente idilliaco, che invita alla lettura e alla meditazione! Un’oasi dove gli alberi sono dedicati a qualche amico o contrassegnati da un invito alla speranza, alla condivisione, al racconto delle proprie riflessioni sulla vita che continua o anche un semplice grazie: i carpini, simbolo di vitalità e freschezza, sono i veri protagonisti di incontri tra gli amanti della natura, accoglienti e ospitali verso i passanti che vogliono un po’ di ristoro per l’anima.
Come mai Arturo è arrivato qui? Grazie all’amicizia con il professor Mauro Varotto, dell’Istituto di Geografia dell’Università di Padova: tra i due si era instaurata nel corso di parecchi anni una profonda collaborazione per l’approfondimento su temi geografici, rivolti soprattutto alla salvaguardia delle “Terre Alte”, per contribuire con il proprio impegno alla rinascita della montagna, che deve “tornare a vivere”.
Insomma, anche se sono trascorsi tre anni dalla scomparsa di Arturo Boninsegna, il suo ricordo resta vivo. Anche grazie a questo bell’omaggio, sul quel carpino nel silenzio del lungo Tergola.
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