Coronavirus, ecco il nuovo Dpcm

Giuseppe Conte

È stata firmata nella notte dal premier Giuseppe Conte la versione definitiva del nuovo Dpcm volto a contrastare il diffondersi del contagio da Coronavirus, che entrerà in vigore da domani e fino al 24 novembre.

Un lockdown “morbido”, o “semi-lockdown”, che dispone una serie di nuove limitazioni ad attività considerate non necessarie e che, ha promesso Conte in conferenza stampa, saranno sostenute con una serie di interventi economici in aiuto delle tante categorie e settori che inevitabilmente andranno in sofferenza. “Arriveranno nuovi contributi a fondo perduto, un credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre e verrà cancellata la seconda rata Imu dovuta entro il 16 dicembre. È confermata la cassa integrazione, sarà fornita una nuova indennità mensile una tantum su stagionali di turismo e spettacolo, un’ulteriore mensilità per il reddito di emergenza e misure di sostegno alla filiera agroalimentare”, ha spiegato il presidente del Consiglio.

Le attività dei servizi di ristorazione, come bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, potranno aprire soltanto nella fascia oraria dalle 5 fino alle 18, ma rimane consentito fino alle ore 24 il servizio di consegna a domicilio e di asporto. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di 4 persone per tavolo, ad eccezione di nuclei famigliari o gruppi di conviventi più numerosi. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente alle persone ivi alloggiate.

Nessuna limitazione imposta agli spostamenti, ma una “forte raccomandazione” ad evitare gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici o privati, che non siano necessari, quindi salvo quelli dovuti ad “esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.

Sul fronte dell’attività scolastica, il decreto invita le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado ad adottare forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75% delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.

Sono sospese le attività di palestre, piscine, impianti nei comprensori sciistici, centri natatori, centri benessere, centri termali, “fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”. Chiudono anche cinema e teatri: “Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto; restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”, mentre restano aperti i musei, ma “a condizione che garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Sospese anche le attività dei parchi tematici e di divertimento, e quelle di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò.

Vietato inoltre lo svolgimento di sagre, fiere e gli altri eventi analoghi, così come i cortei e le manifestazioni, consentite “soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento”. Sospesi anche gli “eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato”, ad eccezione di quelli “riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali”.

Il Dpcm vieta inoltre “le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”, e, per evitare gli assembramenti dovuti alla cosiddetta “movida”. consente la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di strade o piazze nei centri urbani dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.

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