Il Giro d’Italia apre il suo ballo a Pinzolo. Proprio nella chiesa di San Vigilio nel cuore dell’alta Val Rendena è rappresentata la danza macabra. Iconografia medievale che vuole essere un monito del passare del tempo, elemento fuori dal controllo umano contro cui si cimentano anche i corridori della corsa rosa.
La diciottesima tappa è mortifera, praticamente un omicidio a pedali. Si parte già in salita con Campo Carlo Magno, in seguito si percorre passo Castrin, inedito passo della Val d’Ultimo, per infine gettarsi ai piedi dello Stelvio. Montagna che diventa un Memento Mori per chiunque. Salita micidiale e lunga 25 chilometri. La corsa esplode proprio sul serpente più temuto tra i ciclisti. Almeida precipita, naufraga, è straziato dal ritmo incessante, prima della coppia della Sunweb (Kelderman e Hindley), e in seguito dalla coppia della Ineos Granadier (Dennis e Geoghegan Hart). Lo spettacolo tanto atteso si svolge proprio sulla Cima Coppi di questo Giro d’Italia. Kelderman non regge il ritmo della Ineos e si deve staccare. Hindley, invece, è di altro avviso e si appiccica alla ruota dell’australiano e dell’inglese. La discesa verso Bormio è una sfida nella sfida. Il tempo dei distacchi sembra cristallizzarsi, tutti sono a rotta di collo prima di affrontare il gran finale. Perché non bastava l’ascesa infernale dello Stelvio: i corridori una volta sulla strada per Bormio, rivolgono le ruote di nuovo all’insù verso i laghi di Cancano. Sulla salita finale comincia la sfida alla distanza tra Hart e Kelderman. Dennis dopo aver ottimamente trainato il suo compagno di squadra si lascia sfilare. Anche Kelderman però sembra alzare bandiera bianca nell’inseguimento di Geoghegan Hart e Hindley, e viene superato a doppia velocità dal gruppetto inseguitore formato da Fuglsang e Pello Bilbao. Proprio quest’ultimo abbandona il danese nei chilometri finali, per provare a raggiungere la coppia di testa. Ogni sforzo è inutile: a trionfare ai laghi di Cancano è Jai Hindley, che supera il britannico della Ineos Granadier sul traguardo. Kelderman, invece, difende ottimamente la posizione e ottiene la maglia rosa per una manciata di secondi.
Classifica generale quindi rivoluzionata e podio racchiuso in una manciata di secondi. Al primo posto si posiziona Wilko Kelderman, subito dietro, a 12″, l’australiano Jai Hindley, mentre al terzo posto c’è Tao Geoghegan Hart a 15″. Quarto posto per un rampante Pello Bilbao (1′ e 19″ dalla maglia rosa), quinto posto dello sconfitto di giornata Joao Almeida (2’16”). Fuglsang recupera posizioni e si piazza al sesto posto con un ritardo (incolmabile) di quasi 4′ e il nostro Vincenzo Nibali sprofonda all’ottava posizione con oltre 5′ di ritardo. I tempi cambiano, largo ai giovani e, per l’appunto, Memento Mori.
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