Se pensiamo alla stregoneria o alle streghe in generale, non pensiamo di certo alla Romagna. Eppure le tradizioni popolari e le leggende della città di Rimini sembrano avere un forte legame con le arti mistiche e divinatorie. Dal fantasma di Azzurina, che si aggira per il castello di Montebello, passando per Cagliostro, alchimista imprigionato a morte nella rocca di San Leo, fino alla tradizione delle Candele del primo gennaio, per capire che anno si appresterà attraverso dodici coppette di cipolla. Uno stretto legame, appunto, che unisce tutta la Romagna, un po’ come il cibo che unisce la regione intera. Qui la pasta si tira e si fa ancora a mano. I grembiuli delle nonne sono perennemente imbiancati di farina, e sulla tavola non può mai mancare un sangiovese.
Se il buon vino non manca nelle tavole romagnole, il Giro oggi non vuole farsi mancare un bell’arrivo in volata. Undicesima tappa di pianura e legnate. Fuga che con i denti prova a resistere al rientro del gruppo e proprio in questa fase Elia Viviani viene tamponato da una moto del servizio corsa (presagio che non è per niente l’anno per il corridore veronese), fortunatamente senza troppe conseguenze. Il plotone raggiunge gli attaccanti di giornata a pochi km dal traguardo. Arrivo che risulta molto complesso e nervoso. Già a 5 km dal traguardo cominciano diversi cambi di direzione, una strettoia e l’ultima curva è a soli 600 m dalla linea del trionfo. Per la quarta volta in questo Giro d’Italia ad attraversala è ancora Arnaud Demare! Il piccardo è inarrestabile e confeziona un’altra volata sontuosa e perfetta. Maglia rosa ancora sulle spalle di Almeida, occhio alla tappa di domani con i colli di Cesenatico, che potranno creare insidie e pericoli.
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