Si è svolta sabato 10 ottobre a Terragnolo, anche se in forma ridotta e simbolica, la quarta edizione del Festival Sassi e non solo, che inizialmente avrebbe dovuto prendere vita lo scorso mese di giugno.
A causa dell’emergenza sanitaria non si è potuto realizzare il festival nella sua forma originaria, con le mostre, i video, le lezioni all’aperto, la pausa pranzo con l’assaggio del Fanzelto, la gara dei bambini e sopratutto il concorso internazionale che al solito prevedeva il confronto tra 7 squadre nella costruzione di un tratto di muro a secco.
Le squadre che avrebbero dovuto partecipare quest’anno, e che torneranno l’anno prossimo, sono quelle di Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Inghilterra e Scozia, oltre alla rappresentanza dei Maestri Costruttori della Scuola Trentina della Pietra a secco, composta da Ermanno Savoi, Giancarlo Manfrini, Massimiliano Chemolli e Massimo Stoffella. Proprio questi ultimi, in solitaria nell’edizione di quest’anno, hanno costruito un tratto di muro che hanno idealmente dedicato a tutti i Maestri Artigiani Costruttori, agli appassionati e alla comunità di Terragnolo che ospita il Festival. Il muro è realizzato con le pietre locali calcaree e ha un inserto, rigorosamente a secco, in pietre di porfido. L’idea prende spunto dalle murature Inca costruite in Perù.
Il Festival Sassi e non solo infatti dal 2017 celebra “L’Arte della costruzione in pietra a secco: conoscenze e tecniche”, un’arte che a fine del 2018 è stata iscritta nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. “Con la ricostruzione di questo piccolo muro si vuole dire che in ogni caso il Festival non si ferma“, spiegano gli organizzatori: “E che il recupero del patrimonio terrazzato per il Trentino e per tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è un obiettivo strategico in funzione di un agricoltura vicina al locale, fatta di investimenti ecologicamente compatibili, che consentono la perfetta coltivazione biologica, che offrono possibilità di formazione e lavoro per imprese locali, e che promuovono il territorio terrazzato anche in funzione turistica vista l’importanza che questo ha avuto nel costruire l’identità dei nostri luoghi e delle nostre Comunità“.
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