Saranno presentate sabato 10 ottobre le ricerche archeologiche che hanno permesso di far tornare alla luce i resti dell’antica chiesa ritrovata durante i lavori per la sistemazione del Doss a Andalo, presso Maso Toscana.
I resti, risalenti al XVI secolo, sono stati subito affidati alle cure degli archeologi della Soprintendenza per i beni culturali provinciale, che sabato 10, dalle ore 14 alle 17, condivideranno con il pubblico l’importante scoperta, in occasione di visite guidate gratuite tenute da Nicoletta Pisu dell’Ufficio beni archeologici provinciale. Le visite, all’aperto, sono riservate a gruppi di massimo 30 persone con obbligo di uso della mascherina e di mantenere il distanziamento. Informazioni presso la Biblioteca di Andalo tel. 0461 585275.
Il primo accenno alla presenza di una chiesa sul Doss di Andalo si trova in un urbario nel 1462, quando si richiama la relazione di Andalo con la pieve del Banale. Nel 1504 si ricorda la consacrazione dell’altare maggiore nella “chiesetta dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia”, l’impegno “di quelli di Andalo di dotare il nuovo altare” e la presenza di un cimitero. Al 1536 si datano i lavori per il rifacimento della chiesa, intervento necessario dovuto all’aumento della popolazione. Nel 1537 la chiesa compare fra quelle visitate dai delegati del Vescovo.
L’iscrizione del 1536 si trova ora sull’architrave della porta minore di un’altra chiesa, quella eretta al centro del paese a partire dal 1782 per fare fronte al crescente numero di abitanti nel territorio di Andalo. Dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia Martiri, la nuova chiesa fu “compita e benedetta” nel 1783 nel luogo in cui si trova ancora oggi. Agli stessi Santi è intitolata una terza chiesa, realizzata nel 1972-1974 nella piazza San Vito.
Il primitivo edificio sul “Doss” venne abbandonato e molte sue parti furono recuperate per altre costruzioni, come ricorda Simone Weber nel suo scritto “Le chiese della Valle di Non nella storia e nell’arte” a proposito di alcune mensole di appoggio degli archi “raffiguranti teste di angeli”, prese dalla chiesa antica e reimpiegate nelle murature di alcune case del paese. Poi, a poco a poco, i crolli delle murature e la vegetazione nascosero alla vista l’edificio sacro. Della presenza di una antica chiesa sul “Doss” non rimase che il ricordo fino al ritrovamento fortuito durante i lavori dei mesi scorsi.
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