Il piacere di scegliere sindaci e consiglieri

Sarà prima di tutto un diritto e dovere civico, ma la possibilità di votare sindaci e consiglieri del nostro Comune è anche un piacere! Esprimendo con la matita le preferenze, domenica e lunedì proveremo la soddisfazione di ridire alla nostra coscienza quali persone riteniamo più adatte a gestire il bene Comune.

Con questa scelta individuale potremo far emergere tra i volonterosi candidati quelli che riteniamo pronti e validi per far crescere il nostro paese o la nostra città nei prossimi cinque anni: chi guarda alle esigenze di tutti i censiti e non solo dei propri elettori; chi mette in pratica nel quotidiano i valori di giustizia e di solidarietà che è facile sbandierare a parole; chi sa amministrare senza badare solo all’asfalto delle buche, ma anche ai vuoti nella partecipazione dei cittadini.

Ci piacerà premiare persone che, una volta insediate sugli scranni dei Consigli comunali e sui banchi di quelli circoscrizionali, riescano ancora a coinvolgere i loro elettori, a rispettare le minoranze (non chiamandole opposizioni!), a promuovere la cittadinanza attiva e favorire percorsi di confronto reale, dialettico.

Da questo punto di vista il fatto che ben un terzo dei municipi trentini abbia un unico candidato sindaco, senza competitori, porta con sé il rischio che in quei Comuni la partecipazione si sia infiacchita, da non riuscire a esprimere candidature alternative. A meno che lo stesso sindaco non si sia dimostrato così capace di far lievitare l’interesse e la passione civica da meritarsi una riconferma (a sola prova del quorum dei votanti).

Dopo un’insolita campagna elettorale caduta in un periodo semivacanziero e segnata dal distanziamento fisico, ci faremo vicini nell’urna con il nostro appoggio a quanti s’impegnano con onestà e generosità, svincolati dalle logiche correntizie o ideologizzate di tanta politica televisiva: nel Comune i problemi dei cittadini devono contare sempre di più della tenuta della coalizione.

Concreti e vicini alla propria gente, ma non miopi, perché un mondo più giusto e accogliente per tutti si costruisce anche con le buone pratiche realizzate nel proprio rione. Ai nostri eletti e alle nostre elette consegniamo idealmente anche il capitolo della “Laudato Sì”, che delinea i compiti degli amministratori pubblici per un’autentica ecologica integrale.

“Un sindaco deve avere la virtù della prudenza per governare, ma anche la virtù del coraggio per andare avanti e la virtù della tenerezza per avvicinarsi ai più deboli”, diceva Francesco nel settembre di tre anni fa invitando i primi cittadini italiani a “un impegno umile e quotidiano verso il basso, non ad una slancio presentuoso verso l’alto”.

A proposito, basta forse tornare ai sofferti mesi della pandemia che sono stati rivelatori di quale esempio di amministratore e amministratrice vorremo gratificare col nostro voto: chi si è dimostrato competente e lungimirante, rigoroso ma comprensivo delle situazioni più fragili, mediatore fra interessi spesso opposti, ago della bilancia che pende verso il bene della comunità.

Dietro a questo modello incarnato, tutt’altro che teorico, arde lo spirito di servizio che viene prima della propria carriera politica (il Comune o la Circoscrizione non devono essere considerati per forza come un trampolino di lancio!) e brucia la passione per chi si trova a vivere con minori opportunità, nelle periferie non solo geografiche delle nostre città.

Con questo ottimismo nel valore delle singole persone, avremo piacere anche di consultare e soppesare le varie proposte preelettorale, riconoscendovi le prospettive e le applicazioni “promesse” dai singoli candidati che hanno contribuito a scrivere quei programmi.

Domenica 20 e lunedì 21 settembre non rimaniamo a casa e non turiamoci il naso! Andiamo alle urne realisti ma fiduciosi, nascondendo la bocca sotto la mascherina. Almeno con gli occhi potremo esprimere la soddisfazione di una scelta personale e pesante, affidata ai nomi che indicheremo nel segreto.

A proposito, e la scheda sul referendum confermativo? Non è meno importante del voto amministrativo, anche per le inevitabili conseguenze sulla “vera riforma” che abbiamo approfondito nei numeri scorsi di Vita Trentina.

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