Capriana e Mastellina, come un paese diventa centro del mondo

lo spunto

Caro de Battaglia, ho letto che si è inaugurata a Palazzo Roccabruna a Trento, come avvio del Film Festival della Montagna, la mostra di dipinti di Albino Rossi, un artista che ha raggiunto una risonanza internazionale, ma che vive in Val di Sole. Anch’io vivo in un piccolo paese, Capriana, dall’altra parte del Trentino, fra Cembra e Fiemme, e ne sono orgoglioso. E’ un paese al quale cerchiamo di mantenere una vivibilità civile, a misura d’uomo e di bambini, sempre più preziosi, e che occorre far rinascere nel Trentino. Per questo completo queste mie parole con un poster che abbiamo fissato sulla strada, non per invitare i ragazzi ad essere imprudenti, ma per avvertire i “motorizzati” che non ci sono solo loro, che le strade sono un bene comune, non piste di velocità.Su ciò che è Capriana (Caoriana!) per me ho scritto alcuni versi:Caoriana, ti vedo/immerso in quella cornice/ di verde che ti circonda/spaziando tra l’erba dei prati/per perdersi nel verde più scuro/ dei boschi.Vorrebbero essere solo alcune pennellate di colore su un paesino quasi sconosciuto alla massa ma tanto  amato da molti. Un borgo che non smette mai di stupire chi ha il privilegio di viverci, come rammenta il singolare cartello che allego e che forse ha ben poche analogie nel Trentino. Perché qui, durante il giorno, e soprattutto verso sera ci rallegra ancora il vociare dei ragazzini che scorazzano liberi per le vie!

Corrado Zanol – Capriana

Caro Zanol, credo sia compito degli artisti non solo esprimere sentimenti e bellezza nelle loro opere, ma anche insegnare a vivere attraverso le scelte e il “valore” che portano alla visione delle loro giornate. Perché l’arte è vita. Albino Rossi è un pittore e vive a Mastellina, in un angolo di paese accanto alla vecchia canonica, un luogo umile e raccolto, con vecchie pietre che lo proteggono e le verdure dell’orto che lo ravviano. A volte, per dipingere, s’affaccia alla finestra della cucina (sempre il cuore della casa) a volte sale ai masi alti (che sono il cuore della montagna) dove , appunto, l’erba dei prati cede al verde più scuro – e misterioso – del bosco. Di lì la sua visione del mondo, con tutti i suoi (e nostri) gravi problemi attuali e internazionali è più netta, perché non ne subisce i tempi, ma li scandisce. Non a caso la sua mostra (si veda anche a pag. 19 di questo numero di Vita Trentina) per il Film Festival si chiama “Dentro la natura – Ripartire dal bosco”. Perché il bosco non è solo un groviglio di alberi feriti dalla tempesta di Vaia, è anche un laboratorio dove si prepara una nuova vita, dove rinascono i fiori.

Lei, Zanol è un poeta, in lingua e in dialetto, e vive a Capriana, meno di mille abitanti, dove è nata anche Maria Domenica Lazzeri, soprannominata “la Meneghina”, in concetto di santità. Ma è una presunzione dei nostri tempi credere che la vita nei piccoli paesi sia emarginata, secondaria rispetto a quella della cosiddette grandi metropoli (che poi tranne quelle due o tre vie centrali dei negozi – ormai identici in tutto il mondo – sono di fatto agglomerati dispersivi di periferie spesso degradate). Non è così. Don Lorenzo Guetti radicò quel movimento decisivo e davvero rivoluzionario che è la Cooperazione facendo il curato a Quadra, nelle Giudicarie, un paese che nemmeno oggi la maggior parte dei trentini sa dove sia. E l’abate Bresadola venne riconosciuto come il massimo esperto mondiale negli studi micologici a contatto e in corrispondenza (e non c’era l’internet) con i maggiori naturalisti internazionali, vivendo a Ortisé, che ancora oggi è difficile raggiungerlo in Val di Sole. Il punto è che la vita di chi opera “dà vita” al paese dove vive. Si potrebbe continuare. Geremia Gios ha “imparato” ad amministrare una comunità facendo il sindaco della dispersa Vallarsa più ancora che insegnando all’università, per non dire nei tempi antichi di Cesare, che se ne intendeva, e preferiva essere primo in Gallia che secondo a Roma. Questo per dire, caro Zanol, che le sue parole non sono solo versi di poesia o di nostalgia, ma possono e devono diventare un progetto di scelte (e interventi e servizi, naturalmente) per i paesi della montagna, perché solo così, “ripartendo dal bosco” sarà possibile ritrovare anche nelle città modi di vita più armoniosi, sistemi di lavoro più equi. Il Trentino, sotto questo aspetto, ha impostato in modo giusto la sua modernità, con la vivibilità diffusa, invece che con la megalopoli lineare lungo l’asta dell’Adige (che molti ancora propugnano).

Ora si tratta di non perdere questa sfida, sostenendo realtà come Capriana e Mastellina, impedendo che le valli diventino svincoli spartitraffico verso le località di consumo turistizzato (come diventerebbero con varianti, circonvallazioni dirompenti, pirubi varie…) brutte copie dei raccordi autostradali. E i paesi devono tenere piazzali dove possano correre i bambini, non trasformare ogni spazio aperto in informe piastrone di posteggio.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina