Sull’altipiano di Lavarone-Vezzena-Luserna, durante la prima guerra mondiale, correva il confine fra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. Qui si sviluppò una feroce guerra di trincea, ad arma bianca, ma anche con molti colpi di artiglieria (“roba da delirio alcoologico e da ospedale psichiatrico”, scrivono gli storici). A fine guerra, monti, prati e boschi erano disseminati di residuati bellici che, per anni, furono recuperati e venduti dalla gente del posto per … comperare un pezzo di pane!

Sorsero anche alcune chiesette in cui recitare un “requiem” o gridare un “dona nobis pacem”. La prima è a passo Vezzena. Una rude scalinata in legno (35 gradini) invita a salire al tempio, dove un Cristo, con accanto Giovanni il Battezzatore e alcuni discepoli “moderni”, attende per ricordare che il battesimo non è “un rito una-tantum”, ma un fatto “feriale” che impegna ogni giorno, anche durante le ferie. All’interno, un’interessante “Via Crucis” e altri affreschi di M. Bertoldi.

Il servizio religioso è assicurato dalla parrocchia di Luserna, nei mesi di luglio e agosto: Messa alle ore 11.30.