Prosegue il lungo braccio di ferro tra i lavoratori metalmeccanici della Sicor di Rovereto, dopo che l’azienda ha deciso di disdettare gli accordi integrativi in maniera unilaterale, tagliando così i salari, con una presa di posizione considerata illegittima da dipendenti e sindacati.
Tra le conseguenze della decisione aziendale la cancellazione della quattordicesima mensilità e l’assorbimento dei superminini per i nuovi assunti, che in un periodo non certo facile per i lavoratori alla luce della recente emergenza sanitaria, rischierebbero di mettere in difficoltà i 174 dipendenti della Sicor e le loro famiglie, come denuncia la Fiom, segnalando il rischio che si venga a creare “un gravissimo precedente tra le realtà metalmeccaniche trentine che potrebbero seguire l’esempio di Sicor decidendo di peggiorare, senza alcuna ragione oggettiva né di tenuta dei conti, le condizioni economiche dei propri addetti”, afferma il sindacato.
Così, dopo 10 giorni di sciopero dei dipendenti Sicor, la protesta si è allargata tra i lavoratori metalmeccanici trentini anche di altre aziende: oggi infatti in segno di solidarietà hanno incrociato le braccia per un’ora ad ogni turno le tute blu dello stabilimento Dana di Arco e i dipendenti della Bonfiglioli di Rovereto, che hanno anche organizzato un presidio di protesta davanti ai cancelli della Sicor, mentre dentro i dipendenti portavano avanti lo sciopero a singhiozzo.
Un gesto molto apprezzato dal lavoratori della Sicor, che si riuniranno lunedì prossimo in assemblea per decidere con quali modalità portare avanti la mobilitazione, ma intanto, attraverso il comunicato della Fiom, “ringraziano tutti coloro che hanno avuto il coraggio di schierarsi dalla loro parte soprattutto in questi tempi di incertezza e difficoltà e ringraziano ai colleghi di Dana e Bonfiglioli per la raccolta di fondi in corso, destinata alla Cassa di Solidarietà“.
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