“Piccoli progetti, grandi risultati”, la missione di Laura Pretto

A Timor Est, dove ha operato negli ultimi anni il missionario trentino don Francesco Moser, morto nel dicembre 2018, il GTV ha realizzato progetti in campo igienico-sanitario

Aveva iniziato che era poco più di una ragazza con un’esperienza in Mozambico e poi più avanti in Cile per lavorare alla tesi (ha studiato e si è laureata in Ingegneria ambientale a Trento); ha vissuto un anno in Nicaragua nell’ambito del Servizio civile internazionale e poi a Timor Est per diverse settimane. Ora è impegnata in progetti con il Vietnam. È ricco di esperienze concrete e vissute – scenari geografici che mutano, non la mission rivolta all’umanità nella sua concretezza – il singolare curriculum vitae di Laura Pretto, che oggi lavora presso la Provincia di Trento senza scordare e senza rinunciare alle sue passioni più autentiche.

“L’interesse per altre culture, la voglia di spendermi per valori e ideali di maggiore equità e di agire davanti alle enormi diseguaglianze nel mondo”. Niente di supponente o pretenzioso per questa giovane donna gentile che ha in sé, nel suo intimo più profondo, “tanto desiderio di conoscere altri punti di vista, parlare con le persone e lavorare insieme a loro con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di comunità economicamente in difficoltà”. È forse questa la chiave interpretativa, per così dire, dei suoi ideali e del suo agire: “Queste esperienze mi permettono di rivedere le priorità – osserva con convinzione – dare più importanza alle relazioni, all’appartenenza ad una comunità rispetto a comportamenti individualistici”.

Lo dice con cognizione di causa avendolo sperimentato in prima persona, a Timor Est, ad esempio, nell’isola di Atauro in quello sperduto avamposto di volontariato che era stata pure la missione di padre Chico (don Francesco Moser, morto nel dicembre 2018 dopo una vita missionaria tra i più dimenticati), quando si era buttata con passione e competenze professionali appropriate nella progettazione e successiva realizzazione di piccoli, ma significativi progetti riguardanti l’acqua, l’acqua per bere e per irrigare, e l’acqua per l’igiene, quindi scarichi, latrine, bagni e lavandini che possono sembrare questione marginale e invece sono fulcri vitali di igiene e salute per la stessa sopravvivenza di una comunità. Per dire: una latrina vicino casa risulta un lusso in contesti dove la gente fa i propri bisogni nel bosco o nei pressi del campo o dell’orto, con conseguenze sanitarie devastanti.

Concretezza, efficienza, competenza, per Laura sono atteggiamenti imprescindibili per una cooperazione capace di dare risultati concreti. Umanità, ascolto, disponibilità, sono altrettanti tratti per approcciarsi alla pari con le persone, le donne, le bambine e i bambini, i giovani e gli adulti, chi ci si trova davanti.

Varie missioni nei progetti in Vietnam (Laura è ora volontaria di GTV, il Gruppo Trentino di Volontariato) vanno nella medesima direzione: li affronta con lo stesso entusiasmo, con identico stile. Anche qui, zone rurali isolate con un’economia di stretta sussistenza, dove i servizi educativi sono del tutto scadenti e quasi nessuno ha il bagno in casa! “Potrei pubblicare un libro fotografico di latrine in giro per il mondo”, osserva questa giovane donna dolce e caparbia.

Laura Pretto al Museo antropologico di Hanoi. “Mi piace studiare altre culture”, osserva

L’idea che in Vietnam in grande crescita economica ci siano ancora comunità senza servizi igienici la scuote profondamente. “E, anche qua, c’è il desiderio di capire perché, quali sono le dinamiche interne che causano queste diseguaglianze; come si possono scardinare certi meccanismi è una delle ragioni – sottolinea Laura – che mi fa impegnare in questo affascinante mondo della cooperazione internazionale”.

Atteggiamento mentale e propositivo che porta con sé anche nella professione in Provincia, dove il lavoro è costante con le altre regioni, italiane ed europee, in progetti di ampio respiro, ambientali e di mobilità, mirando non solo, a “risolvere il problema tecnico, ma a saper leggere il contesto per trovare la soluzione ottimale”.

Laura serba una grande voglia di essere propositiva e costruttiva, è un suo modo d’essere a cui non si sente di rinunciare. Anche quando magari rischia di non essere ben compresa (“Sei troppo idealista”; e lei risponde che “le utopie hanno senso anche da adulti”); di essere considerata “una strana giramondo” quando in realtà – ci tiene a ribadirlo – “non sono i semplici viaggi ad interessarmi, sono le esperienze più lente, le condivisioni, i passi compiuti insieme alle persone che incontro”. In definitiva tutto questo, per Laura, “è aprire davvero gli occhi e imparare. È voglia di leggere in profondità le situazioni”. E conclude con un sorriso: “Ho visto tanti piccoli progetti, tante piccole gocce essere davvero efficaci e portare effettivi miglioramenti in contesti locali difficili”.

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