Tornano alla loro originaria collocazione le statue della Madonna con Bambino e di San Lorenzo, benché non siano esse quelle originali d’epoca rinascimentale. Le fedeli copie in resina realizzate in Val Gardena trovano spazio all’interno di due nicchie arcuate della facciata della chiesa di San Rocco a Cavedine dove domenica 12 luglio sono state benedette da don Bruno Morandini alla presenza, tra gli altri, degli alpini, della Confraternita del Santissimo Sacramento e della sindaca Ceschini.
Traslate in corteo dalla parrocchiale di Santa Maria Assunta, dove un esiguo numero di fedeli s’è raccolto in preghiera ligio alle risapute precauzioni anti Covid in occasione del bicentenario della chiesa riedificata nel 1820 sul lato orientale di Piazza Italia, le repliche dell’altezza di circa un metro rimpiazzano quelle nel frattempo ritornate agli antichi splendori e custodite sull’altare maggiore.
Quest’ultime, in legno di cirmolo dipinto a calce, sono reduci di un restauro conservativo reso necessario, se non perentorio, dovendo tamponare le fessurazioni e ritoccare i residui policromi risparmiati dagli agenti atmosferici in sottosquadro. Dell’intervento s’è presa cura lo scorso anno la restauratrice Enrica Vinante. Le opere raffigurano, l’una, San Lorenzo a cui è intitolato un capitello eretto a monte dell’antico villaggio di Musté come voto impetratorio per la cessazione dell’epidemia del colera scoppiata nel 1836, l’altra, la Beata Vergine scolpita da un ignoto intagliatore cinquecentesco.
La sobria cerimonia tenuta all’ombra dell’edificio sacro intitolato a San Rocco pare caduta a fagiolo all’indomani della serrata e ora comunque in balia del coronavirus.
Ondate di peste, infatti, colpirono duramente anche la Valle dei Laghi, secoli addietro. La popolazione confluita sul sagrato la mattina della seconda di luglio si è intrattenuta lo stretto necessario per udire i ringraziamenti di rito della pubblica amministrazione nella voce della prima cittadina Maria Ceschini seguiti a ruota da Mario Pederzolli, presidente del comitato promotore che ha avuto il merito di raggranellare 50 mila euro per la realizzazione delle copie delle statue e il ripristino di cinque tele pittoriche affisse alle pareti della navata.
A farsene carico, la Soprintendenza dei beni culturali di Trento nonché – cui va tanto di elogi – le associazioni riunite in comitato. Rimane ancora un nodo da sciogliere: l’obsolescenza dell’impianto di riscaldamento della chiesa, che evidentemente non assolve al meglio la sua funzione. “Chiediamo ai Santissimi Martiri e a tutti i nostri predecessori – l’appello lanciato da una figura di stoffa qual è Pederzolli – che ci aiutino a restaurare sempre e mantenere in funzione la loro chiesetta e la nostra fede cristiana”.
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