È il museo più antico della valle dei Sole e la sua riapertura è arrivata come un piccolo segnale di rinascita in un territorio dove il coronavirus ha colpito duro. Da venerdì 26 giugno, il Museo della Civiltà Solandra di Malé è visitabile per tutta l’estate, fino al 6 settembre, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30.
Da quest’anno, la gestione di questa importante realtà culturale fondata dal Centro Studi per la Val di Sole nel 1979, è stata affidata all’associazione di promozione sociale “Mulino Ruatti”.
“Per quarant’anni il museo è stato aperto grazie all’impegno e alla disponibilità dei volontari”, spiega il presidente del Comitato di Gestione Salvatore Ferrari. “All’inizio di quest’anno il rinnovato consiglio direttivo del Centro Studi ha deciso di fare un salto di qualità nella gestione, affidandola appunto all’associazione presieduta da Luisa Guerri. che già si occupa del museo che si trova all’ingresso della in val di Rabbi”.
Una decisione presa ancora a gennaio, poi è arrivata l’emergenza sanitaria. “Nei mesi della quarantena, in una situazione in continuo mutamento era difficile ipotizzare la riapertura. A maggio, però, abbiamo deciso che sarebbe sta importante dare un segnale positivo – continua Ferrari – facendo il possibile per far ripartire questo importante spazio culturale per i solandri e non solo, al quale i fondatori hanno avuto la lungimiranza di affidare la storia di un mondo contadino e artigiano, di un’economia di sussistenza, prima dell’avvento del turismo di massa”.
Ospitato fin alla sua nascita in via Trento, nei begli ambienti voltati al piano terra del Palazzo ex Pretura che nel 1918 era stato caserma austriaca, il Museo della Civiltà Solandra raccoglie testimonianze e strumenti della cultura materiale tradizionale del territorio. Vi sono riprodotti i principali momenti di vita; c’è anche la “stùa”, la camera più importante della casa solandra, proveniente dalla Val di Rabbi. Molto curata è anche la ricostruzione dell’ambiente cucina. Il museo, inoltre, ospita anche una sezione multimediale dedicata al grande micologo solandro don Giacomo Bresadola.
“Ci aspettiamo naturalmente qualche migliaio di visitatori in meno rispetto ai 6/9 mila abituali, ma guardiamo positivamente alla riapertura contando di poter aggiungere anche qualche giornata alle tre settimanali se sarà necessario”, spiega Salvatore Ferrari. “Il consiglio è quello di prenotare la propria visita, anche tramite il portale dell’Apt della val di Sole. Gli ingressi, infatti, saranno limitati a un massimo di 10 persone all’ora”
La riapertura sarà affiancata, quest’anno, anche da cinque serate di approfondimento organizzate dal Centro Studi, fino a fine agosto. “Il calendario è ancora in fase di elaborazione, nella prima, il 10 luglio, si parlerà di civiltà solandra tra passato e futuro”, precisa il presidente del Comitato di Gestione. “L’invito a venire a trovarci è rivolto ai soci del Centro Studi, che entreranno gratuitamente, ai trentini e, più in generale, a tutti i turisti che sceglieranno di trascorrere le vacanze in val di Sole. Venite a visitare il museo – conclude Salvatore Ferrari – per capire meglio la storia e cultura della civiltà solandra, per conoscere il territorio che vi ospita. Per ripartire dalla cultura con serenità, in questa strana estate 2020”.
Nella didascalia della foto di gruppo manca il nome di: Enrico Pancheri.