Ridefinire le linee guida coinvolgendo tutte le parti, per arrivare ad una riapertura delle scuole caratterizzata dalla maggiore normalità possibile, investendo subito risorse consistenti per migliorare le infrastrutture dell’intero sistema scolastico.
Si possono riassumere in questo modo le istanze contenute nel documento redatto lunedì 22 giugno dal Consiglio del Sistema Educativo provinciale, l’organo di partecipazione e di rappresentanza delle diverse componenti della comunità scolastica, ed indirizzato all’Assessore all’istruzione Bisesti e al Presidente della Giunta Fugatti.
Un intervento non certo tenero nei confronti della gestione dell’istruzione provinciale di fronte all’emergenza sanitaria, che parte da un’altrettanta netta richiesta di chiarimenti su una serie di questioni fondamentali per il mondo della scuola trentino. “Perché finora ci si è limitati ad “inseguire” il manifestarsi dell’epidemia, e non si è provveduto a realizzare un’indagine che fotografasse la reale situazione, privandosi così di una solida base su cui prendere decisioni ben motivate e pubblicamente giustificabili?”, si chiese il Consiglio, lamentando il mancato coinvolgimento di esperti che affrontassero non soltanto l’aspetto sanitario del lockdown ma anche quello psicologico, sociale e didattico.
“Occorre distinguere l’approccio sanitario – di carattere tecnico – da un approccio politico, che deve poter prevedere gli scenari possibili e considerarne le diverse implicazioni, ed ha la responsabilità di una visione globale“, puntualizza ancora il Consiglio, che riguardo alle linee guida definite finora “ritiene che famiglie, studenti e operatori tutti della scuola non possano essere considerati soggetti passivi di decisioni prese sulla base di consulenze fornite da punti di vista settoriali; e considera del tutto inappropriato che tali pareri divengano inoltre oggetto di qualsiasi forma di “contrattazione”, come se le questioni di salute fossero contrattabili”.
Linee guida che, tornando alle istanze presentate, vanno ridefinite con il più ampio coinvolgimento e “graduate” in proporzione a livelli di rischio predefiniti e certificabili, in modo da poterne valutare il livello di attuazione a il più possibile a ridosso della ripresa. La priorità deve essere consentire la ripresa della scuola in tutti i suoi gradi nella pienezza delle sue modalità normali, evitando progettazioni differenziate e iniziative in ordine sparso e restituendo a bambini e ragazzi il diritto a un ambiente normale di relazioni umane e di crescita. L’ultima istanza infine punta l’attenzione sugli investimenti, sostenendo che “i trasporti, le mense, le dotazioni strumentali e finanziarie delle scuole, il rapporto numerico docenti-studenti, necessitano di maggiore attenzione e di progettazione più accurata”.
Giunta rimandata all’esame di riparazione di settembre quindi per il Consiglio del Sistema Educativo provinciale, che conclude la risoluzione rinnovando l’auspicio di un “maggiore coinvolgimento nell’ottica di un’interlocuzione attiva e di conseguenza nel processo decisionale sul futuro della Scuola, ad ogni livello”.
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