Anche se decisamente giustificati dalla situazione di emergenza dovuta alla pandemia, i dati elaborati dall’Osservatorio di Agenzia del Lavoro relativi all’occupazione in Trentino appaiono piuttosto preoccupanti.
Tra gennaio ed aprile le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 15.224 in più rispetto alle assunzioni, determinando nei primi quattro mesi dell’anno una perdita di 10.700 posti di lavoro.
Numeri che fanno il paio con quelli comunicati da Confesercenti del Trentino, che ha rilevato come, rispetto al quadrimestre gennaio-aprile dell’anno precedente, nel 2020 si contino in totale 12.484 assunzioni in meno. Se il settore più colpito è il terziario, con 10.234 assunzioni in meno (-35,9%), non sorride neppure il secondario, dove, ci dice ancora l’Osservatorio di Agenzia del Lavoro, le attivazioni si sono ridotte di circa il 30% mentre continuano ad arrivare le richieste di cassa integrazione.
“E’ assolutamente necessario intervenire per tutelare le imprese e l’occupazione, rendendo immediatamente disponibili i ristori a fondo perduto, la liquidità agevolata e le risorse per la cassa integrazione”, ha commentato il presidente di Confesercenti Massimo Peterlana, mentre i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, non nascondono la loro preoccupazione: L’effetto dell’emergenza coronavirus è stata devastante e ci sono, purtroppo più di un segnale che ci fanno immaginare che la ripartenza difficilmente riuscirà a recuperare sui livelli dello scorso anno”.
“Questa situazione si ripercuote pesantemente anche sul reddito disponibile dei lavoratori e delle loro famiglie”, sottolineano i tre segretari generali, chiedendo un intervento coraggioso da parte della Provincia: “Se le risorse stanziate fino a questo momento per gli ammortizzatori sociali si dovessero dimostrare insufficienti la Giunta dovrà prevedere nella prossima manovra di assestamento misure aggiuntive”.
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