È stato presentato nella giornata di sabato 6 giugno il nuovo allenatore del Trento calcio, Carmine Parlato.
Il nuovo tecnico, che in carriera ha allenato Rovigo, Valenzana, Sacilese, Padova, Pordenone, Rieti, Latina, è reduce da una grande stagione alla guida del Savoia, secondo in classifica dietro il Palermo nel gruppo I della serie D al momento della sospensione dei campionati, ed ha iniziato la sua avventura il gialloblù dimostrando, nonostante la parole molto misurate, una grande voglia di tornare sul campo.
“Sia da giocatore che da allenatore – ha esordito Parlato – mi sono sempre detto che bisogna legarsi a chi ti vuole, ti apprezza e ti permette di mettere in pratica le tue idee. A Trento ho trovato tutto questo, ovvero una società e un direttore sportivo con incredibile passione e ambizione, che hanno dimostrato sin da subito la volontà di avermi con loro. Il mio obiettivo sarà quello di ripagare la fiducia che mi è stata accordata, e, non meno importante, voglio contribuire a riportare tante persone allo stadio Briamasco perché, per il raggiungimento di un obiettivo, l’apporto dei tifosi è fondamentale”.
Il Trento, che con ogni probabilità sarà iscritto al prossimo campionato di serie D dopo una stagione di purgatorio in Eccellenza, spera di poter tornare a sognare in grande, e mister Parlato ha le idee chiare su come provare a tramutare i sogni in realtà: “Per vincere bisogna acquisire quella serenità che ti permette di trasformare la pressione in divertimento. Il percorso per raggiungere tale mentalità è fatto di sudore e allenamenti e passa, ovviamente, dalla testa dei giocatori. Più i giocatori sono abituati a stare in alto e più il percorso è breve”.
Pochi dubbi anche rispetto alle caratteristiche che dovrà avere il Trento della prossima stagione: “Non m’interessa tanto in quale girone saremo inseriti, ciò che conta è la costruzione della mia squadra. Il calcio è uguale in tutta Italia, in tutto il mondo e noi dovremo essere bravi a costruire una squadra in grado di adattarsi a qualsiasi situazione. Io la chiamo una squadra “quattro stagioni” che possa regalare soddisfazioni alla mia società, alla mia città e ai miei tifosi”.
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