Come riparte la ristorazione in provincia

C’è chi ha riaperto appena ha potuto e chi si sta attrezzando per ripartire soltanto in questi giorni, chi ha sperimentato per la prima volta misure alternative come le consegne a domicilio e il take away e chi già ci lavorava da tempo.

Lo stato dell’arte del mondo della ristorazione trentina in questa fase 2 della pandemia fotografato da un sondaggio di Confcommercio Trentino descrive una situazione variegata, ma intercetta un segnale importante: la volontà di provare a ripartire.

Alle domande, poste durante la prima settimana di riapertura, hanno risposto ben 381 ristoratori, il 60% dei quali aveva già riaperto.  Sostanzioso e ovvio l’aumento di chi si è attrezzato per le consegne a domicilio: se prima del lockdown il servizio era proposto solo dal 5% degli esercenti, oggi sono il 40 %, un terzo dei quali però non ha ancora deciso se mantenerlo in futuro. Sale solo di qualche punto percentuale invece il numero di ristoratori che effettua il take away, già alto in precedenza.

Significativo il dato riguardante la riduzione dei coperti a disposizione: solo il 5,5% dichiara una riduzione fino al 20%, mentre il 21% calcola una contrazione tra il 20 ed il 40%, il 46% stima una perdita tra il 40 ed il 60%, ed il rimanente 27,5% subirà un taglio di oltre il 60% dei coperti.

Se c’è ottimismo infine rispetto al ritorno della clientela (l’80,6% dei ristoratori è convinto che con il tempo i clienti abituali torneranno), la situazione appare peggiore pensando al calo dei fatturati previsto tra il 30 e il 50% per il 41% degli intervistati e tra il 50 ed il 70% per un altro 32%.

A margine dei numeri il commento del presidente dell’Associazione ristoratori trentini Marco Fontanari: “Era importante riaprire garantendo la massima sicurezza. Oggi posso dire di essere orgoglioso della risposta dei nostri ristoratori, scrupolosi nell’osservare quanto richiesto dai protocolli; anzi, è addirittura più facile trovare chi fa qualcosa in più di quanto previsto, piuttosto del contrario. Abbiamo tenuto duro in questi mesi di blocco pesantissimi, e teniamo duro anche ora, sperando che il recupero possa essere più veloce di quanto ci suggeriscono le stime”.

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