Sta facendo discutere la decisione della Santa Sede che, dopo un’approfondita visita apostolica iniziata sei mesi fa, ha decretato l’allontanamento di Enzo Bianchi dalla comunità monastica di Bose.
Il provvedimento è giunto dopo le dovute valutazioni sulla situazione interna alla comunità che proprio Bianchi aveva fondato a metà degli anni ’60, divenuta sempre più complessa e conflittuale dai mesi successivi al cambio alla guida con fratel Luciano Manicardi, avvenuto a inizio 2017.
Una convivenza difficile, che il nuovo priore soffriva soprattutto nell’esercizio della propria autorità di fronte ad una personalità forte come quella di Bianchi, risoltasi con la decisione vaticana così riassunta anche sul sito internet di Bose: “Fr. Enzo Bianchi, Fr. Goffredo Boselli, Fr. Lino Breda e Sr. Antonella Casiraghi dovranno separarsi dalla Comunità Monastica di Bose e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti”.
L’ex priore aveva stretto un forte legame anche con la comunità trentina (ricordiamo la sua partecipazione all’Assemblea Diocesana del 2015) nella quale l’esperienza di Bose conta molti estimatori.
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