Dopo la ventiquattro ore organizzata venerdì scorso, non si fermano le proteste per l’avvio dei lavori attorno al Lago Santo. Ad alzare la voce, oggi, è l’associazione “Terra fra i monti – Land im Gebirge” che, in una nota, esprime amarezza e inquietudine per l’avvio dei lavori di “valorizzazione turistico – ambientale” del Lago Santo.
“Amarezza poiché il progetto voluto dal Comune di Cembra Lisignago rischia di provocare – come hanno sottolineato alcuni studiosi – una grave alterazione dell’ambiente naturale, con lo stravolgimento del paesaggio lacustre”, si legge nel testo del comunicato. “Inquietudine – proseguono – poiché rappresenta il prodotto di una cultura del territorio, basata sullo sfruttamento economico e turistico delle risorse, che purtroppo riguarda gran parte della provincia di Trento e i cui riflessi negativi potrebbero rivelarsi irreversibili”.
Pubblicato da Franco Pedrotti su Lunedì 25 maggio 2020
I lavori sul Lago Santo, sostiene l’associazione “Terra fra i monti – Land im Gebirge”, pur sostenuti da indagini ambientali provinciali, rientrano in questa casistica. “In discussione, infatti, non è solo la modalità di intervento (che pure va ad incidere in un delicatissimo ecosistema come quello in cui vive il gambero di fiume) ma l’opportunità stessa di procedere con questo tipo di progetti di sfruttamento turistico destinati a provocare una alterazione permanente e definitiva del territorio”.
“Dobbiamo in buona sostanza chiederci quale modello di sviluppo turistico intendiamo per il nostro futuro. Se vogliamo un Trentino artificiale, omologato, prigioniero di un turismo ‘mordi e fuggi’, o se vogliamo piuttosto conservare (laddove ancora possibile) – conclude la lettera firmata dalla presidente Fabrizia Carner – la nostra storia e la nostra identità turistica, fatta anche e soprattutto di ambiente naturale e incontaminato.
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