La cascata è davvero particolare. Non è perenne e già questa è una curiosità. Ma quando c’è, è davvero davvero un bello spettacolo, tutto da vedere, con getti d’acqua anche violenti! Siamo ad Ospedaletto, al confine con il Comune di Grigno, lungo la pista ciclabile della Valsugana. E’ qui che, per qualche mese all’anno, la cascata della Bigonda entra in funzione. Talvolta, a causa della violenza dell’acqua, il tratto di pista ciclabile viene chiuso al transito.
Sia a Grigno che ad Ospedaletto, da sempre, la cascata della Bigonda è fonte di racconti e di filastrocche tramandate di generazione in generazione.
La leggenda della Bigonda racconta di una creatura alata che viveva sotto il lago in una splendida grotta; il lago in realtà non esisteva, ma una grotta fu scoperta nel 1952. Era un terribile mostro alato dagli occhi fosforescenti, che terrorizzava i bimbi della piccola frazione di Selva. Il drago, raccontavano le nonne ai ragazzini che alla sera non volevano prender sonno, usciva dalle acque al crepuscolo, con un sordo sbattere di ali, e visitava le case dei recalcitranti, sbuffando fiamme e ruggendo rumorosamente.
La storia, quella vera, qualche aggancio con la leggenda, anche se un tantino forzato, ce l’ha. A quota 470 metri sul mare, proprio ai piedi di un salto di alcune decine di metri, stagnava un laghetto di limpide acque, che all’epoca del disgelo o dopo l’imperversare delle buriane atmosferiche eruttava fragorosamente improvvisi e tremendi torrenti, placandosi altrettanto in fretta qualche giorno dopo. Il rimbombo delle acque raggiungeva le case del piccolo borgo ed ecco spiegata l’origine dei ruggiti del drago.Oggi la zona che è stata valorizzata come area attrezzata per soste o pic-nic.
La cascata è attiva soprattutto nel periodo primaverile e in quello autunnale, quando le piogge, penetrando nella grotta dal sovrastante altopiano, fuoriescono dalla cosiddetta “bocca del drago”. La portata è stata stimata in circa 8 metri al secondo.
La grotta della Bigonda fu scoperta nel 1952, quando si cercò di attingere l’acqua del laghetto per il rifornimento idrico di Grigno, ed è ancora oggi oggetto di esplorazioni da parte del Gruppo Grotte Selva. Conta più di 27 km di gallerie, con dislivelli tra i +35 metri e i -100, che ne fanno la più ampia grotta del Trentino e la più grande d’Italia dotata di un unico ingresso. E’ caratterizzata da circa 50 laghi interni e sifoni che in primavera si allagano raccogliendo le acque dell’Altopiano della Marcesina.
Una curiosità: si ipotizza che l’Abisso di Malga Fossetta, nel comune di Gallio sull’Altipiano dei Sette Comuni, con la sua profondità conosciuta di circa mille metri, sia collegato con la Grotta della Bigonda.
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