Andrés Pablo Forray, conosciuto ai più semplicemente come “Toto”, è sempre stato presente nei momenti che hanno fatto grande l’Aquila basket Trento. Ha vissuto da protagonista la scalata al vertice, guidando la squadra a due promozioni e alle due finali scudetto. Passano i giocatori, ma lui resta sempre. Anche nell’emergenza del virus, Trento rimane casa sua. La felicità di una famiglia riunita è tutto quello di cui il capitano ha bisogno per trascorrere in serenità queste settimane. Toto è arrivato a Trento nel 2011 e da allora non l’ha più lasciata, scendendo in campo per ben 326 volte in competizioni ufficiali diventando il giocatore con più partite giocate con la maglia bianconera. Con il campionato di basket concluso anzitempo, il playmaker classe 1986 si dedica a fare il papà a tempo pieno.
Come te la passi a casa, Toto?
Direi bene, visto che ho con me tutto quello di cui ho bisogno: mia moglie Alessandra e i miei figli Samuel Ferruccio, 3 anni e mezzo, e Celeste, quasi due anni. Con i bimbi le giornate passano in fretta, ci tengono impegnati un sacco. Gioco molto assieme a loro, cercando di insegnargli sempre cose nuove.
Della vita di tutti i giorni cosa ti manca?
Mi farei qualche passeggiata e qualche gita in più, se potessi uscire di casa, ma non penso a quello che mi manca. Sono a casa con le persone che amo, quindi del resto non mi manca niente.
La Serie A e tutte le altre categorie della palla a spicchi sono state fermate già da alcune settimane. Scelta giusta?
Lo stop ai campionati era nell’aria, era difficile pensare di poter ritornare in campo, soprattutto per uno sport di contatto come il nostro. Pensare di tornare a giocare non aveva alcun senso con tutto quello che sta passando l’Italia. Ora la situazione sta migliorando, certo, ma non possiamo abbassare la guardia. La situazione rimane delicata e può peggiorare con un niente, quindi penso sia stato giusto fermare tutto.
Con gli allenamenti come ti sei organizzato?
All’inizio mi allenavo in casa, seguendo gli esercizi che ci aveva dato il preparatore atletico. Quando la stagione è stata decretata ufficialmente chiusa mi sono fermato anch’io. Preferisco cercare di recuperare le energie consumate negli scorsi mesi e far riposare il mio corpo. Approfitto di questo stop per far passare tutti i piccoli dolorini che si creano durante la stagione, cercando di essere pronto alla ripresa.
La fine di una stagione, seppur anticipata, è sempre il momento in cui fare un bilancio di quello che è stato. La Dolomiti Energia a due terzi della stagione regolare si trovava in nona posizione, in piena lotta per i playoff, ed era stata eliminata dalle Top16 di Eurocup. Qual è il pensiero del capitano?
Nel complesso penso sia stata una buona stagione. Se devo dare un voto, di certo è positivo. Non siamo partiti benissimo, siamo stati molto altalenanti, alternando momenti di grande pallacanestro a momenti di buio totale. L’inizio è stato difficoltoso, ma nelle ultime settimane stavamo trovando un po’ di continuità.
Lo stop è arrivato probabilmente nel vostro miglior momento dell’anno. Tre vittorie consecutive contro avversari importanti come Sassari, Brescia e Cantù sembravano essere l’inizio della volata finale.
Fermarsi è stato un peccato, ma non solo perché stavamo giocando bene. È stato brutto fermarsi. Punto.
Cosa ti manca di più del basket giocato?
Mi manca la competitività, quel senso di sfida che solo una partita riesce a darti, e tutta l’attività fisica in generale.
Il futuro di Toto Forray sarà ancora a tinte bianconere?
Ho ancora un altro anno di contratto, quindi anche il prossimo anno giocherò qui. So che non dipenderà solo da me, ma io voglio continuare con l’Aquila. Con la società c’è un buonissimo rapporto, ne riparleremo la prossima stagione.
Programmi dopo aver chiuso con il basket giocato?
Per ora non ci penso. Io mi sento ancora bene e voglio continuare a giocare. Ancora non ho le idee chiare su quello che farò una volta smesso. Dovrò pensare a qualcosa, trovare qualcosa che mi piace fare, ma per ora sono sicuro solo di una cosa: voglio continuare a giocare a basket, e voglio farlo con la maglia dell’Aquila.
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