Senza il chiacchierio della gente raccolta in piazza, senza il frastuono delle moto che nei fine settimana percorrono i tornanti della Ss46 e senza il rumore delle motoseghe nei boschi, i rintocchi delle campane domenicali sono ancora più forti. Anche perché sono tante, 50 batacchi in 19 campanili sparsi per tutta la Vallarsa, impegnate contemporaneamente in melodie a festa. Le chiesette sembrano chiamarsi l’un l’altra a rappresentare una coesione ostacolata dall’emergenza coronavirus.
Il concerto non è nuovo nell’unità pastorale di Vallarsa: dal 2011, a luglio, per celebrare la dedicazione della comunità ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, l’amministrazione e le parrocchie organizzano “Tintinnabula”, con tanto di pellegrinaggi nelle 42 frazioni. “Lo riproporremo ogni domenica mattina fino a che non sarà terminata questa situazione”, spiega il sindaco Massimo Plazzer. “È un modo per sentirsi più vicini, per rompere il silenzio. Chi crede può pregare, per gli altri un apprezzato flashmob di incoraggiamento come quelli che si stanno svolgendo in tutta Italia”.
“Ci aspettiamo da un momento all’altro la chiamata con la comunicazione di un contagio – sottolinea il primo cittadino -. La popolazione comunque si sta comportando in maniera esemplare”. Qualche richiamo è servito per quelle persone che, approfittando del relativo isolamento di alcune abitazioni, si recavano nel bosco o nell’orto. “Non capivano che qualsiasi infortunio è un peso per una macchina dei soccorsi già in sovraccarico”, fa notare Plazzer, che è anche volontario dei vigili del fuoco.
Fino a nuovo ordine, quindi, ogni domenica alle 11 spaccate, che si abiti a Lombardi – la frazione più esterna di Vallarsa – o a Piano e Camposilvano, il concerto campanaro è assicurato. “In alcune chiese i rintocchi sono automatizzati, ma suonano anche i campanili più piccoli, dove non si celebra neanche più la Messa. In quel caso c’è una persona che tira la corda e, contestualmente, ne approfitta per controllare che tutto sia in ordine nel luogo di culto”.
Il parroco don Rolando Covi e il suo collaboratore don Armando Alessandrini, infatti, sono “bloccati” in S. Maria a Rovereto. Per rimanere vicini ai loro fedeli, propongono però la Messa in streaming su YouTube e anche un gruppo Whatsapp con oltre cento partecipanti, dove condividere preghiere e riflessioni. Un’iniziativa virtuale che i residenti stanno apprezzando molto, così come funziona già da un paio di settimane la rete di solidarietà attivata per la consegna di alimentari, farmaci e libri ai cittadini più anziani, basata su una taskforce che coinvolge Orsa maggiore, medici di medicina generale, farmacisti e associazioni. “Ci siamo mossi in anticipo rispetto alla Provincia perché a Vallarsa possiamo contare su una rete di volontari costruita in silenzio negli anni”, dice con orgoglio Plazzer, che aggiunge: “Psicologicamente per un anziano è più facile parlare con un vicino dall’altra parte della cornetta rispetto ad avere a che fare con un assistente sociale”.
Un’ulteriore forma di sostegno in via di attivazione è un fondo-emergenze istituito dalla Fondazione Vallarsa – costola della Cassa Rurale di Rovereto -, pensato per le famiglie in difficoltà economica. “Speriamo che tutto presto torni alla normalità e di non aver bisogno di strumenti come questo”, conclude il sindaco. A quel punto le campane torneranno a suonare assieme solo per festeggiare la Dedicazione.
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