ASSEMBLEA PASTORALE – A Moena sabato scorso è stata anche decisa la composizione del Consiglio di Zona: relazioni più strette fra le due valli
Un anno fa i tempi non sarebbero stati maturi. Ora la Zona pastorale di Fiemme e Fassa è pronta per dotarsi di un gruppo stabile di coordinamento: il Consiglio di zona. Se fosse da guardare ai risultati concreti questo potrebbe essere il principale uscito sabato scorso dall’Assemblea pastorale delle valli dell’Avisio tenutasi all’oratorio di Moena ad un anno esatto dalla prima. In verità, il risultato più significativo sta piuttosto nel processo lento, anche faticoso, che ha portato a questo discernimento – condiviso in due incontri anche dal vicario generale don Saiani e dallo stesso Arcivescovo Tisi – cosi da arrivare ad “archiviare i decanati” e aprire un clima di relazioni nuove.
IL RUOLO PONTE DI MOENA
Non senza qualche “sorpresa dello Spirito Santo” come il ruolo riconosciuto alla comunità di Moena, chiamata d’ira in poi non ad essere “zona neutra” ma ponte e “anello di congiunzione” fra Fiemme e Fassa, due valli ritenute ancora “così simili e anche così diverse”.
Non era ancora conclusa la preghiera, animata dalle comunità di Predazzo e Moena, che l’Arcivescovo ha voluto esprimere riconoscenza per il gruppo di laici che si è trovato a predisporre in modo autonomo (senza la presenza di preti) il contributo di idee anticipato all’Arcivescovo. “Se può contare su laici così, la Chiesa di Trento ha un futuro!”, ha osservato l’Arcivescovo, entusiasmato anche dall’apertura di queste analisi e dal tono molto diretto, franco. “Abbiamo bisogno di capire insieme quale direzione prendere – ha anticipato don Albino Dell’Eva, vicario di Zona pastorale – evitando di sentirci disorientati o di correre invano”.
I VUOTI E LE RAGNATELE
Ma quali sono le sfide per le valli dell’Avisio? Le hanno indicate i laici alternatisi su invito di Loris e Giuseppina e poi gli interventi spontanei. Alcune prospettive sono stati sottolineate da più parti: suscitare entusiasmo e corresponsabilità per la Chiesa; dare il tempo alle comunità di accettare il cambiamento; il protagonismo dei laici “che non vogliano occupare tutti gli spazi” ma nello stesso tempo non lascino “che i vuoti pastorali si riempiano di ragnatele”; coinvolgere di più le famiglie e i giovani; raccogliere le sfide del turismo a partire da liturgie più qualificate e facendo tesoro anche della testimonianza cristiana di alcuni villeggianti; porsi il problema di riqualificare certe strutture di proprietà parrocchiale…
Mons. Lauro ha accettato “il guanto delle sfide” mantenendosi però in quell’atteggiamento di ascolto (“Non sono venuto con una relazione già pronta e finita, mi ha colpito anche quanto avete aggiunto a voce”), che segnerà questo secondo giro diocesano di Assemblee. L’Arcivescovo ha sottolineato il valore del “noi” comunitario, per superare rischi di isolamento o autoreferenzialità; a proposito dei laici ha concordato con le vignette che li mostravano talvolta troppo servili ma anche troppo “clericali o padroni”, mentre ai preti ha chiesto “la disponibilità di essere soprattutto dei facilitatori” perché “il vero leader deve essere la comunità”.
TURISMO E LITURGIE DI QUALITA’
Sul piano socioeconomico in primo piano è ancora la sfida del turismo – pur con caratteristiche diverse nelle due valli – considerata come un’opportunità per qualificare il proprio essere comunità e proporre iniziative comuni (ad esempio la rassegna “Ispirazioni d’estate”). Ha recepito anche il dovere di un discernimento, possibilmente d’intesa con il livello diocesano, sulle strutture ecclesiali che possono essere destinate a funzioni nuove in modo condiviso e razionale.Eppure, secondo don Lauro, la sfida principale è costituita da quello che si può considerare l’unico vero progetto diocesano: il ripartire dalla Parola, affrontata personalmentee in famiglia, ma anche nei gruppi giovanili (“Passi di Vangelo”) o di adulti (“Sulla Tua Parola”). L’Assemblea si è conclusa con l’invito di don Giorgio Broilo, parroco di Predazzo, a preparare e partecipare l’inedito pellegrinaggio zonale alla Madonna di Cavalese nel pomeriggio di domenica 27 ottobre col vescovo Lauro in ringraziamento ad un anno dalla tempesta Vaia: un significativo evento di Zona, suggerito dagli stessi amministratori pubblici.
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