Boschi da ricostruire

Un primo rapporto, aggiornato a fine luglio, si trova sul sito della Provincia

“Stato di attuazione del Piano di azione per la gestione degli interventi di esbosco e ricostituzione dei boschi colpiti dagli eventi eccezionali nei giorni dal 27 al 30 ottobre 2018” . E’ il titolo del primo rapporto sui dati raccolti e sulle attività svolte nei boschi devastati dal tornado Vaia alla fine di ottobre 2018. Il testo completo di dati si può scaricare dal sito della Provincia Autonoma di Trento (Servizio foreste e fauna). Di seguito proponiamo un estratto dei punti più importanti precisando che il rapporto copre un arco di tempo di nove mesi, dai giorni successivi al tornado alla fine di luglio di quest’anno.

I capitoli del rapporto sono 13.

Dai titoli si possono capire la complessità del lavoro svolto e l’ordine logico degli interventi, frutto evidente di una stretta regia organizzativa. Stima del danno. Iniziative di formazione e informazione (corsi). Monitoraggio fitosanitario. Andamento delle vendite nel primo semestre del 2019. Andamento delle utilizzazioni  recupero) nello stesso semestre. Le utilizzazioni condotte in amministrazione diretta. Gli interventi di ripristino, adeguamento e realizzazione di nuove strutture forestali a servizio delle aree danneggiate. La situazione dei piazzali di deposito del legname. La produzione vivaistica. Le attività preparatorie nell’azione di ripristino delle aree schiantate (cantieri campione). Aree critiche in sui si prevede l’impossibilità di rimozione del legname abbattuto. Attività di comunicazione in atto. I futuri aggiornamenti del Piano.

La quantificazione del danno in termini di superficie interessata e di metri cubi di legname da recuperare ha richiesto un'impegnativa indagine in tempi diversi. Le cifre si commentano da sole: 19.500 ettari la superficie boschiva interessata; 4 milioni circa di metri cubi di legname schiantato in foreste di proprietà pubblica o comunitaria, ai quali se ne aggiungo no altri 475 mila rilevati in piccole superficie di privati. I danni hanno interessato boschi di abete rosso (65%), abete bianco (17%), pinete (6%), faggete (5%), lariceti (4 %), formazioni forestali minori (3%). I distretti più colpiti in termini di legname schiantato sono : Cavalese (1.311.836 mc.); Pergine (860.857); Borgo (652.947); Primiero (470.442).

Localizzati e quantificati i danni, sono state avviate le operazioni di utilizzo e di vendita. Per l’utilizzo (recupero e lavorazione sul posto) sono stati attivati 552 cantieri: 174 privati , 378 pubblici. Gestiti da ditte trentine (345) e da imprese extra provinciali o estere (Svizzera, Austria). Queste ultime disponevano di macchine e attrezzature ultramoderne dotate di elevata capacità lavorativa. Il volume legnoso avviato all’utilizzo ammonta a 2.100.000 metri cubi corrispondenti al 52% del totale. Quello utilizzato entro fine luglio ammonta a circa 835 mila metri cubi (20% del materiale schiantato).

Dei tre sistemi di vendita (in bosco, a strada accatastato, a piazzale con volume presunto) quello adottato in prevalenza è stato il primo. A fine luglio il volume di legname venduto risultava pari a 1.726.716 metri cubi corrispondenti al 40% del legname schiantato.

Un'attenzione speciale è riservata nel rapporto al monitoraggio del bostrico e di altri insetti lignicoli coordinato da Cristina Salvadori, esperta di entomologia forestale della Fondazione Mach. Lo strumento utilizzato è rappresentato da una trappola a ferormoni attrattivi. Le 221 trappole collocate nei siti ritenuti a maggiore rischio, sono state controllate ogni 15 giorni o anche a cadenza più stretta dove si trovava il maggior numero di focolai in prevalenza risalenti agli anni precedenti al tornado. Durante l’intera stagione (il lavoro terminerà a novembre) l’esperta è stata affiancata da persone delle 9 Stazioni forestali e anche da privati. I risultati saranno resi noti a conclusione del primo anno di lavoro. Importante era quantificare la presenza  della specie più importante (bostrico) per allestire un piano di prevenzione dai danni futuri alle piante rimaste in piedi.

Tempi lunghi almeno tre anni, saranno necessari per completare le operazioni di esbosco.

Già nei giorni successivi al tornado i responsabili dei vivai Casteller e San Giorgio si sono occupati del ripristino dei boschi mediante piante delle varie specie. Poiché i due vivai di pertinenza non sono stati ritenuti sufficienti a fornire il quantitativo di piante necessario per il rinnovo artificiale (si dovrà tenere conto anche del rinnovo naturale) è stato stabilito un accordo con un vivaio del Tirolo. Gli addetti hanno calcolato che entro il 2023 serviranno circa 1.400.000 piante.

Il rapporto si chiude con una prospettiva di lungo termine: quale indirizzo si dovrà dare ai boschi liberati dagli schianti? A fornire le linee guida da seguire nelle diverse zone saranno 4 cantieri campione: a Paneveggio, a Bedolpian, a Pampeago e sull’altopiano di Marcesina nel Comune di Grigno.

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