Parla in un’intervista ai nostri settimanali il nuovo ministro per gli Affari regionali e le autonomie
Pochi giorni di lavoro per il nuovo governo giallorosso e già il tema “autonomia” s’impone nell’agenda politica: non solo per le pressioni esercitate già sul governo gialloverde ma anche per ottenre il consenso in Parlamento delle minoranze come la SVP che hanno mantenuto una posizione di attesa rispetto alla fiducia.
Sotto tiro è il nuovo responsabile degli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, che nei giorni scorsi ha peraltro fatto riferimento nelle prime dichiarazioni a quanto affermato nel discorso programmatico dal premier Giuseppe Conte:
L’attesa è forte in Veneto dove il governatore Zaia non è riuscito a ottenere dal Governo “gialloverde”, in teoria “amico”, l’attesa autonomia, chiesta nel referendum del 2017. E’ già stato fissato un incontro per le prossime settimane.
Anche in Trentino ci si è mossi subito e già martedì 17 settembre il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha ottenuto a Roma un primo incontro al Ministero, fissando poi un ulteriore incontro a Trento in ottobre. “Abbiamo fatto presente al ministro Boccia – la dichiarazione di Fugatti – che come autonomia speciale ci confronteremo con il Governo sul piano istituzionale con la massima correttezza. L’autonomia speciale ha solide fondamenta per trattare alla pari su tanti temi con il Governo nazionale, sempre nel rispetto delle diverse sensibilità politiche.” Fugatti ha poi visto anche il sottosegretario Riccrdo Fraccaro: “Non credo ci saranno problemi anche in futuro – ha detto – i rapporti istituzionali proseguiranno in maniera corretta”.
Sui temi dell’autonomia differenziata ecco l’intervista concessa dal ministro Boccia a Bruno Desidera per i settimanali triveneti.
Ministro Boccia, in Veneto molti elettori che hanno votato al referendum consultivo del 2017 temono che con il nuovo Governo si debba ricominciare da capo nel cammino per l’autonomia. Hanno ragione?
Il progetto di autonomia differenziata si era già bloccato con lo scorso Governo. Non per colpa di Boccia o del Pd ma perché c’erano evidenti limiti e contrasti che hanno portato il progetto ad arenarsi. Io voglio riprendere il dialogo da dove è stato interrotto, approfondendo numeri e norme. Sono disponibile ad ogni tipo di dialogo e di confronto. Ai presidenti di regione dico semplicemente ascoltiamoci a vicenda, senza diktat o pregiudizi.
A livello di principio, la richiesta di autonomia differenziata prevista dal Titolo V è condivisibile?
La richiesta di Autonomia prevista dal Titolo V è chiara. Ma la Costituzione va rispettata in tutte le sue parti. E su questo punto la nostra Carta è molto esplicita: i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) vanno garantiti a tutti i cittadini indipendentemente da ceto e senso. Assicuriamo a tutti le stesse condizioni di base e, nello stesso tempo, parliamo di inefficienze e sprechi da punire e sanzionare; e i comportamenti virtuosi da premiare.
Perché l’autonomia chiesta dal governatore Zaia “non va bene”?
Non possiamo far diventare l’autonomia un tema divisivo. Fino ad oggi si è utilizzato un tema così delicato come strumento di lotta politica. Mi auguro che l’Autonomia possa vedere la luce in questa legislatura. Le richieste di Zaia e degli altri presidenti sono un punto di partenza di parte. Rispettabile, ma di parte. L’autonomia è attuazione del principio di sussidiarietà, come modello di organizzazione sociale.
In particolare, se i capitoli di spesa restano invariati e lo Stato trasferisce le risorse alla Regione, perché mai questo dovrebbe tradursi in uno svantaggio per il Sud?
Non è una lotta tra Nord e Sud, ma il nodo è dare a tutti le stesse opportunità. Ci sono forti disuguaglianze sociali tra le periferie e il centro al Nord come al Sud. Dobbiamo rimettere insieme il Paese, riappacificarlo, e far sentire l’autonomia, e quindi la vera attuazione del principio di sussidiarietà, un successo per l’Italia. Dobbiamo colmare le disuguaglianze e possiamo farlo solo aiutandoci. I Lep vanno definiti subito, non dopo la partenza.
Pensa già a un possibile punto d’incontro con le Regioni e in particolare con Zaia? Quali potrebbero essere i capisaldi di questo “compromesso”?
Certamente. Andrò io stesso dai presidenti delle Regioni, a partire da coloro che hanno già chiesto l’autonomia differenziata. Mi sono ripromesso di non cadere in nessuna provocazione, ascolterò tutti e porgerò l’altra guancia. Soltanto confrontandoci e rispettandoci potremo capire le ragioni dell’altro. Il compromesso passa attraverso la centralità dei Lep. Averli ignorati nelle prime proposte, di certo non ha aiutato.
Resta, in definitiva ottimista, sull’accordo? Sarà questo Governo, alla fine, a concedere l’autonomia al Veneto su alcune materie?
L’autonomia differenziata è uno dei punti programmatici del governo Conte 2. Ascolterò tutti, avanzeremo delle proposte e elaboreremo un testo che possa rispettare le istanze di tutti, applicando in maniera rigorosa la Costituzione.
Un’ultima domanda. Perché anche al Nord “conviene” che il Sud si risollevi?
Dobbiamo rimettere insieme il Paese e far sì che la legge sull’Autonomia sia un successo per il Paese unito, che ha bisogno di colmare le differenze. C’è bisogno di dire con chiarezza che tra Sud e Nord non c’è una competizione. Abbiamo la necessità di rimettere insieme i pezzi che, anche per colpa della politica, si sono frantumati. Se il Sud si risolleva ne beneficerà tutto il Paese; se anche nelle aree del nord la lotta alle disuguaglianze diventa una priorità, i benefici saranno collettivi. Il Sud e tutte le periferie italiane possono essere il propulsore del motore Italia.
Bruno Desidera
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