Presentazione internazionale per il Festival trentino che quest’anno indaga il tema della missione
Per il secondo anno consecutivo alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è stata presentata, all’hotel Excelsior, tra le iniziativa collaterali, la prossima edizione del festival trentino Religion Today.
Si svolgerà dal 2 al 10 ottobre a Trento (al cinema Modena e al teatro San Marco), Rovereto, Arco e Bolzano. Diversi gli eventi di contorno tra mostre fotografiche e presentazioni di libri. Anche perché, proprio il 2 ottobre ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla nascita del Mahatma Gandhi, profeta della nonviolenza e fondatore dell’India moderna liberatasi dal giogo coloniale britannico. Il festival, promosso dall’associazione BiancoNero, è alla 22esima edizione e quest’anno il tema conduttore sarà quello della “missione”, declinato nel suo rapporto tra le religioni e in quanto fattore di valorizzazione delle differenze.
Ben 1700 i film e i documentari arrivati agli organizzatori tra i quali sono stati scelti i 58 in rassegna provenienti da 34 Paesi. Quattro le sezioni previste. Verranno premiati i migliori lungometraggio, cortometraggio, documentario e doc corto. Inoltre, la giuria, presieduta dal nigeriano Godfrey Omorodion, assegnerà anche il premio speciale “Nello spirito della fede”. “Religion Today non è solo cinema ma anche un’esperienza, un laboratorio di convivenza, è costruire e pensare insieme – ha detto il direttore artistico del festival, Andrea Morghen- Abbiamo scelto il tema della “missione” perché Papa Francesco ha indetto proprio il mese di ottobre come “Mese straordinario missionario” e perché in Trentino la “missione” e il volontariato rivestono un ruolo speciale. Infatti, una persona su due è attiva nel volontariato e il numero di missionari è molto alto, circa 1 ogni 1000 abitanti”.
Tra i film in concorso, “Il vizio della speranza” (vincitore di 3 Nastri d’argento e del David per la miglior attrice non protagonista), opera del napoletano Edoardo De Angelis. Personaggio principale è Maria che, dopo una vita dannata, ritrova speranza nella vita. In competizione anche il corto “Skin” (Oscar di quest’anno) dell’israeliano Guy Nattiv, che denuncia l’antisemitismo americano mettendo in primo piano le violenze di un gruppo naziskin, “Bangla” (Nastro d’argento 2019 come miglior commedia) su un giovane bengalese in Italia e “Bismillah”, storia di una bambina tunisina che vive clandestinamente nel nostro Paese. Nel corso della presentazione del festival, Lia Beltrami ha illustrato i contenuti del progetto Complexion che coinvolge Nina Davuluri, già miss America, prima donna di origini indiane a vincere il titolo, conosciuta dalla regista trentina durante un Forum femminile nella penisola arabica. “Attraverso un documentario, una piattaforma e una serie web verranno valorizzate le differenze – ha sottolineato Lia Beltrami – Dopo la tappa a Madonna di Campiglio (nelle scorse settimane, ndr), toccheremo anche altri posti in Italia ma ci spingeremo pure nel Regno Unito, in India, Tailandia, Ghana e Nigeria. Incontreremo molte realtà e ci confronteremo su temi quali il dialogo intergenerazionale, gli standard di bellezza e la necessità di riconfigurare l’utilizzo dei social media in senso positivo. Ogni tappa esplorerà la vita quotidiana di un protagonista locale, con un focus sulle speranze, i sogni e le paure connesse con la percezione del colore della pelle. Il documentario sarà prodotto da Aurora Vision, azienda di produzione di documentari e reportage indipendenti che opera per diffondere la speranza e mettere in luce le tante esperienze positive che spesso non hanno voce”.
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