Gli autori raccontano un mondo rurale in cui prevale il "voler" vivere di cose semplici e non più il "dover" perché non esistono altre scelte
Una famiglia in cammino. Nell'immagine scelta per la copertina, rappresentativa di una comunità, l'elemento animale sembra farsi trascinare, ma è esso stesso colto simbolicamente al centro dell'obiettivo, come se ambiente umano e naturale fossero un tutt'uno e l'uno potesse procedere solo insieme all'altro. Un'armonica compresenza nell'immediatezza di uno scatto stilisticamente altrettanto armonico nel catturare La ricchezza di un paese, come suggerisce il titolo del libro fotografico realizzato da Valentina Degiampietro e Agostino Anesi, a cura di Luca Chisté, frutto di un'indagine durata sei anni e ora tradotta in capitoli tematici che narrano le trasformazioni del territorio e della popolazione dell'altopiano di Bedollo.
“Ci sono storie che vanno raccontate perché sono frammenti di vita, unici, veri. Belli nella loro semplicità”, scrive Degiampietro. Ora alcune di esse vengono svelate grazie ad un pregevole lavoro, il racconto – per immagini e testi, con gli acquerelli di Riccarda Chisté e le illustrazioni a matita di Romano Anesi – della vita sociale, economica e culturale che costituisce l'identità di un territorio e del senso di unione che lega gli abitanti, percepibile anche nella dedica "a Caterina, che vivrà per sempre nei sorrisi, nelle parole e nei cuori di questa meravigliosa comunità".
"Incuranti delle mode e delle tendenze, che tendono a proporre fotografie effimere, facilmente fruibili e di ispirazione prettamente estetica – scrive Chistè nella sua riflessione introduttiva sull'uso etnografico delle immagini -, Valentina Degiampietro e Agostino Anesi volgono il loro sguardo fotografico al territorio, ai valori e alle istanze che esso è in grado di produrre. Un percorso autoriale robusto, reso ancora più essenziale dalla calligrafia, intimistica e riflessiva del bianco e nero. Queste immagini posseggono un inestimabile valore documentario e storico". Esse descrivono le feste, le attività di sussistenza economica, i riti di passaggio generazionale, e gli autori appaiono una sorta di "motore propulsivo" per altri fotografi e artisti dell'altopiano, invitati a saper custodire e proteggere la ricchezza posseduta e a raccontare a loro volta un mondo rurale in cui prevale il "voler" vivere di cose semplici e non più il "dover" perché non esistono altre scelte.
"Un paese è una forza dirompente fatta di persone, gesti e pensieri – riflette Degiampietro -. È questa la ricchezza a cui ci riferiamo: persone unite tra loro da tradizioni ben radicate, a stretto contatto con la natura, spinte da un sentimento sincero di unione sociale". Quella coesione solidale che caratterizza il paese montano per "una capacità di aggregazione peculiare": "Dal punto di vista delle usanze, il tempo qui sembra essersi fermato – scrive Francesco Fantini, sindaco di Bedollo -; rimane il forte legame uomo-ambiente-natura che nessuno è disposto a sacrificare".
"Durante i laboratori in carcere che il Museo organizza annualmente – ha detto la direttrice del Museo Diocesano Tridentino, Domenica Primerano, intervenuta alla presentazione del libro al Teatro comunale di Bedollo -, il compito di Valentina era di far affiorare non il 'detenuto', ma la persona. Occorre molta sensibilità, la stessa che ha dimostrato nell'affrontare un progetto fotografico impegnativo in cui emerge ancora l'attenzione nei confronti della persona. Nelle fotografie è colta in modo forte l'identità di un luogo, ed è in quest'ottica che esse si collocano nel definire la ricchezza di un paese: comprendere chi siamo per favorire un confronto consapevole, evitando che il termine identità diventi sinonimo di chiusura ed esclusione". Un'operazione "catartica", evidenzia infine Chisté, che esprime "un percorso etnografico i cui risultati è auspicabile diventino patrimonio collettivo condiviso, e custodito, dell'intero comune di Bedollo".
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