Cordoglio nel mondo dell’Università e della ricerca per l’improvvisa scomparsa a 79 anni nella sua casa di Povo di Renzo Leonardi, fisico di fama internazionale e professore emerito. Molto amato dagli studenti e apprezzato dai colleghi anche per la sua carica umana, è considerato uno dei padri fondatori della fisica a Trento, protagonista dello sviluppo del Dipartimento, dell’INFN e della fisica nucleare in collina: notevole la fiducia acquisita a livello internazionale anche con gli incontri a Villa Tambosi.
A lui si deve la decisa volontà di promuovere l’applicazione della fisica alla medicina; in particolare la comunità trentina gli ha espresso riconoscenza per aver insistito nella realizzazione del Centro di Protonterapia a Trento, struttura d’avanguardia nella lotta contro i tumori. Aveva un approccio alla ricerca come servizio alla collettività, come è stato sottolineato anche al suo funerale a Povo, citando un richiamo di Giovanni Paolo II.
Il prof. Leonardi aveva molteplici interessi, fra i quali una grande passione per l’arte e stava dedicandosi in queste settimane ad una ricerca su Leonardo da Vinci.
“Era una persona piena di interessi, un carattere poliedrico, mai fossilizzato in un unico settore” ha detto l’ex rettore Davide Bassi, unendosi al cordoglio dell’attuale rettore Paolo Collini. “Grande esperto e appassionato di arte, ad esempio. Dal suo entusiasmo è nata una scuola di Fisica teorica molto apprezzata a livello internazionale, non solo nel settore nucleare. Ha seminato molto: tanti giovani con il suo sostegno sono cresciuti e si sono affermati come scienziati autorevoli.”. Uno di questi amici e colleghi che lo hanno conosciuto e apprezzato è stato Sandro Stringari: “Tra i suoi grandi meriti, quello di aver fondato nel 1993 l’ECT*, il centro di ricerca teorica in Fisica nucleare e aree collegate, che ogni anno a Villa Tambosi attira centinaia di ricercatori e ricercatrici per convegni e progetti di alto valore scientifico. Ha creato un ponte, un collegamento tra la comunità scientifica internazionale e quella dei fisici trentini. In veste di preside dell’allora Facoltà di Scienze, dal 1993 al 1996, fu uno dei primi a intravvedere le potenzialità di sviluppo della biologia a Trento, anche grazie ai suoi contatti illustri, come Rita Levi Montalcini o Renato Dulbecco. Un progetto che è diventato realtà molti anni più tardi”.
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