Nel pontificale di San Vigilio due i riferimenti indicati dall’Arcivescovo. L’offerta del Comune e il dono da Roma
La preziosa urna cinquecentesca con le reliquie di San Vigilio è tornata lungo le vie della città accompagnata dal popolo di Dio con preti, religiosi, religiose e diaconi. L’antico cammino dalla Basilica di Santa Maria è stato riattualizzato mercoledì 26 giugno dalle parole di Papa Francesco lette all’altoparlante: “Tutti devono poterci sentire fratelli e vicini, come gli Apostoli – scrive nella “Christus vivit” – che godevano «il favore di tutto il popolo». Allo stesso tempo, però, dobbiamo avere il coraggio di essere diversi, di mostrare altri sogni che questo mondo non offre, di testimoniare la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale”.
Sono i temi che mons. Lauro Tisi ha rilanciato nella sua omelia del pontificale (vedi il testo integrale sotto) conclusa con questo richiamo: “Serve una Chiesa che si alimenta all’Eucarestia e si china sui poveri, suo vero tesoro”. Pure nel presentare la sua quarta lettera alla comunità dal titolo “Come goccia” – allegata a questo numero di Vita Trentina – l’Arcivescovo ha sottolineato l’invito ad essere “uomini e donne abitati dalla Parola e dal silenzio”
Ad animare la liturgia, concelebrata anche dall’Arcivescovo emerito Luigi Bressan e da tanti sacerdoti che ricordavano la loro ordinazione, è stato il coro della cattedrale, arricchito da alcuni componenti del coro parrocchiale di Spiazzo Rendena (la cui chiesa è intitolata a San Vigilio) e accompagnati dall’organo di Stefano Rattini e dal tradizionale quintetto di ottoni. Nella folta assembela, provata dal caldo torrido, c’era una nutrita rappresentanza politica comunale, una delegazione degli alpini, degli Schutzen e dei Cavalieri del Santo Sepolcro con il puntuale servizio d’ordine dei volontari della cattedrale.
Al momento dell’offertorio l’Arcivescovo ha ricevuto il dono della città (l’olio per alimentare la lampada) offerto dal sindaco Alessandro Andreatta (per l’ultima volta vista la scadenza di mandato), il quale poi parlando in piazza ha suggerito di modificare lo slogan delle feste vigiliane 2019 in “conoscere, amare e ..servire la città”, per sottolineare l’opzione preferenziale per i poveri indicata dal vescovo anche agli amministratori pubblici.
Dopo un brano canoro delle “Piccole Colonne£, il pane distribuito alla gente – in parte destinato alla rete di “Trentino solidale” – è stato indicato dal presidente dei Panificatori trentini Emanuele Bonafini come una tradizione avviata nel 2001 con mons. Bressan e ancora valida nel suo valore simbolico. Un dono singolare (un fumetto su Vigilio) è arrivato anche dalla parrocchia romana dedicata al santo che il prossimo anno sarà invitata alle Feste insieme alla parrocchia di Adria nel Polesine.
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