55 fotografie raccontano Vaia

I segni di Vaia sui boschi trentini
Una mostra che non abbisogna di chissà quali parole, tanta è la potenza delle cinquantacinque immagini che la connotano. Raccontano, urtando la sensibilità dell’osservatore, lo spettrale paesaggio restituito dal fortunale Vaia nella notte del 29 ottobre scorso.Alberi rovinati al suolo dall’implacabile irruenza di raffiche di vento fino a 100 nodi che per danni alle superfici boscate trentine hanno visto lontanamente avvicinarsi soltanto l’alluvione del 1966 con i suoi 700 mila metri cubi di legname schiantato a fronte dei 3,4 milioni stimati in questi mesi.

L’Apt del capoluogo dà spazio, tra le ristrutturate pareti del Malgone di Candriai, all’esposizione di scatti immortalati dalla fotocamera di Alberto Pattini e raccolti sotto il titolo “Lacrime di resina. Foreste ferite in Trentino”.

“Alberi secolari distesi in preghiera che invocano a riflettere al cambiamento climatico che pochi vogliono fermare”, scrive poeticamente il curatore, che di fronte alla dura realtà dei fatti invita il pubblico a visitare la mostra aperta dal 29 giugno (inaugurazione alle 18) al 1° settembre.

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