Paolo Depedri vive a Sardagna. È nostro promotore da una trentina d'anni
La casa di Paolo Depedri dista una decina di minuti a piedi dalla stazione della funivia che prendo per raggiungere Sardagna da Trento. Il paese si sta svegliando anche se il sole di metà giugno è già alto; la salita si fa sentire ma la cartina sul telefono è rassicurante: mancano pochi metri per raggiungere l'abitazione del nostro fiduciario che distolgo dal suo lavoro con la promessa di rubargli al massimo una mezz'oretta di chiacchierata. Saliamo in casa dove fa decisamente meno caldo, anche grazie a una rinfrescante bevanda al sambuco. “Metto su la moka?”. “Sì, grazie!”.
Fatti due conti, Paolo si occupa della raccolta degli abbonamenti di Vita Trentina da una trentina d’anni, come conferma anche la moglie Annamaria che nel frattempo si è aggiunta alla nostra chiacchierata. A chiederglielo fu don Cherubino Stablum, parroco a Sardagna dal 1980 al 1996 e oggi collaboratore pastorale a Chiarano di Arco.
“Ero in consiglio parrocchiale e raccolsi il timone dalla precedente fiduciaria che era più giovane e sicuramente più brava di me, ma che lasciò l’incarico a causa di alcune differenze di vedute con il direttore di allora, don Vittorio Cristelli”, ricorda Paolo. “Ricordo che passai da tutte le famiglie del paese, porta a porta, per presentare il giornale. Sicuramente in quel periodo gli abbonamenti avevano raggiunto il loro culmine…”.
Oggi bisogna fare i conti con le crescenti difficoltà della carta e una disaffezione generalizzata alla lettura. “Se un anziano muore è sempre più difficile che qualcuno della famiglia scelga di proseguire con l'abbonamento”, fa notare Annamaria. “Ed è un peccato perché il giornale è ricco di spunti e piacevole da leggere”, sottolinea ancora, mentre il marito fa notare che oltre la metà dei “suoi” apprezza la possibilità di potersi abbonare per due anni al settimanale. “E io ancora di più così ho meno lavoro…”, scherza.
Mentre prosegue la nostra chiacchierata, poche centinaia di metri più in basso, in piazza Dante, durante i lavori del Consiglio provinciale, sta portando la sua composta protesta un gruppo di residenti del paese in rappresentanza del comitato spontaneo creatosi per scongiurare la paventata riapertura della discarica, raccogliendo anche mezzo migliaio di firme. “In paese questo argomento è molto dibattuto, divide, perché – fa notare il nostro fiduciario – c'è anche chi pensa che quell'area vada sistemata: e io credo che a un certo punto si debba avere fiducia nelle istituzioni”.
Settant’anni, per tredici anni autista di autobus dell'Atesina e poi bigliettaio alla stazione delle corriere, Paolo si gode la pensione nella “sua” Sardagna. Ha sempre vissuto in paese, lo ha visto ingrandirsi – ormai sono state superate le mille anime – e, inevitabilmente, cambiare. “Ricordo che da boci si facevano le squadre per attraversare il confine del rione che arriva a metà delle chiesa; e guai se quei dal Zimon provavano a entrare in Garniga”, sorride il nostro fiduciario tornando per un attimo ragazzo. Poi vennero anche gli anni “ruggenti” del Palio dei Rioni, con le quattro squadre – ai due “storici” si aggiunsero il Doss e Laghi-Funivia – che si sfidavano in vari giochi di abilità.
Negli anni però, questo “spirito di paese” sta sempre più venendo a meno. “È difficile rapportarsi con i nuovi residenti, perché partecipano poco alla vita della comunità. Fuori dalla chiesa – sottolinea – ci troviamo sempre gli stessi, ma sarebbe bello vedere anche qualche faccia nuova, magari non solo alla festa dei Patroni”.
E i giovani? “Sono tutti stanchi…”, sorridono i Depedri che fanno però notare come da un gruppo di loro sia nata la volontà di creare la Pro Loco che in paese manca. “Impegno non indifferente – ci dice Annamaria – ma è necessario un ricambio generazionale perché altrimenti l’onere di organizzare le cose ricade sempre sugli stessi…”.
Sforata di poco la mezzora di intervista mantengo la promessa fatta, saluto Paolo e la moglie e mi incammino verso la stazione. Perdo la corsa per poco, vengo informato che la prossima partirà tra 22 minuti. Pazienza, non resta che prendersi un altro caffè e restare ad osservare, ancora per un po', la città dall'alto.
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