Meraviglie al Parco

Quindicesima edizione con grande folla fin dall’apertura di sabato 27: dai laboratori per i bambini alle magie circensi. Le autorità: “La strada per educare alla montagna”

E’ tornato il Salvanel con i suoi raggi di sole a far capolino sul giardino vescovile per l’apertura del Parco dei Mestieri della Montagna, ambiente magico realizzato da Trentino Film Festival in collaborazione con il nostro settimanale, l’Arcidiocesi e vari soggetti collaboratori, fra i quali Museo degli Usi e Costumi e Muse. Quindici anni , “vuol dire che il Festival è adolescente – ha scherzato il nostro direttore Diego Andreatta – e nella sua crescita ha trovato nuovi compagni di scuola. Ogni anno per questo si presenta sempre diverso”. Niente animali quest’anno, ma un “gioco dell’oca” sui prodotti trentini, accanto alla ricca offerta di laboratori centrati quest’anno sul tema del bosco. “Per la diocesi – ha osservato il vicario generale don Marco Saiani – questa è un’opportunità per coinvolgere le famiglie e promuovere lo stupore per la bellezza e il rispetto del creato”. Il presidente del Film Festival Mauro Leveghi ha segnalato la dimensione familiare di questa proposta mentre il sindaco Alessandro Andreatta ha ribadito che il Parco dei Mestieri ha contribuito fortemente ad allargare la partecipazione delle famiglie e dei più giovani alle varie proposte del Festival.

Sono stati presentati i lavori del boschiere (con il direttore del Museo di San Michele, Giovanni Kezich, a raccontare le nuove avventure del Salvanel disegnate da Andrea Foches), del glaciologo (con Christian Casarotto del Muse), dello speleologo (con Walter Bronzetti del gruppo di Villazzano) e poi le iniziative del Parco Adamello Brenta e della Polizia di Stato. Fitto l’elenco degli incontri pomeridiani mentre la presenza delle scuole materne quest’anno ha arricchito ulteriormente la partecipazione dei giovani al Parco. Da rileggere anche le interviste ai 101 mestieri della montagna realizzata in questi 14 anni dal nostro settimanale: oltre 2500 i ragazzi coinvolti che ora sono diventati grandi, ma non dimenticano il Parco, tanto che qualcuno vi torna con la sua nuova famiglia.

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