I volti del volontariato nel romanzo delle Pro Loco

Non è casuale che il primo libro in Italia interamente dedicato all’universo dei volontari delle Pro loco sia stato presentato a Trento nella cornice della loro Federazione. Trentino, terra dai grandi numeri rinvigorito sistematicamente da oltre 25 mila persone (quelle che operano appunto nelle Pro loco) incapaci di indietreggiare di fronte alla beneficenza, all’animazione, alla coesione comunitaria, per non dire di quanti operano dietro le quinte poiché “non c’è cosa più bella che spendersi per gli altri”, sostituendo ai buoni propositi la fatica del fare, al di là della retorica dei sentimenti.

Il progetto editoriale e la mostra correlata, ospitata presso la sede della Federazione Pro Loco in via Oss Mazzurana 8 a Trento, promossi collegialmente da Federazione trentina delle Pro loco e loro Consorzi (Unpli), Accademia della Montagna e Fondazione Caritro affrontano il tema del volontariato – tessuto connettivo dell’Autonomia della Regione Trentino – Alto Adige – con una pluralità di approcci, racchiusi dentro il perimetro dello sviluppo di proposte culturali innovative battezzato “Vetrina delle Idee”. Si intitola “Volontari, persone da vivere” il libro edito da Grafiche Stile e presentato nei giorni scorsi nell’ambito del 67° Trento FilmFestival nella sede della Federazione alla presenza dei vertici di Unpli Trentino, Trentino School of Management, Fondazione Caritro, rispettivamente Enrico Faes, Iva Berasi, Mauro Bondi.

Se ai giorni nostri si riscontra in certa misura l’allontanamento dei giovani dall’essere parte attiva e consapevole delle loro comunità d’appartenenza va pur detto e rimarcato che attraverso l’attività volontaristica si può crescere e formarsi. Chi sono però coloro che scelgono di dare fondo alle proprie energie e veicolano i valori fondanti da dentro le Pro loco sparse nelle vallate trentine? Come si sprigiona la forza propulsiva alla base del loro agire? Cosa spinge a dedicarsi gratuitamente agli altri? Rispondono nel libro le autrici Fiorenza Aste, Andreana Castelli, Chiara Dallapè, con testi che – ha rimarcato Ivo Povinelli, direttore della Federazione Pro Loco, “non ha pretesa di storicità ma cerca di dare espressione della volontà che hanno le persone del volontariato, di rendere il vero senso del fare di queste persone”, che lo spirito che, dal 1881 (anno di fondazione della Pro Loco di Pieve Tesino, soggetto del libro, Povinelli si è detto certo “sia rimasto inalterato fino ad oggi”. Conta 128 pagine ricamate al pari di “un gesto d’amore nei confronti del volontariato turistico, visto per la prima volta nel suo valore intrinseco di miglioramento sociale”, questo lavoro a quattro mani che alterna storie personali ambientate nell’anno della fondazione della prima Pro Loco italiana, che nasce proprio in Trentino (la Pro Loco di Pieve Tesino, nel 1881) e dal quale si apprende come lo spirito di unità riesca efficacemente ad affossare l’individualismo nella sua accezione più negativa, mentre grazie allo slancio cooperativo non viene meno quel profondo senso di comunità incarnato dalle Pro loco. “Per questo si tratta di realtà molto importanti – osserva la coautrice Aste – che fanno da collante tra le persone”. Ma occorre “ambizione positiva”, oggi più che mai, secondo il pensiero della scrittrice Castelli. Ed è uno degli obiettivi che muovono l’Accademia della Montagna, motivo per cui la presidente Berasi ha sposato l’idea progettuale del libro “che va valorizzato per il contributo che porta non solo alla valorizzazione del fenomeno del volontariato, ma anche a livello sociale in senso ampio”.

La mostra si può visitare fino al 31 maggio, dal lunedì al venerdì (orario 9-13, 14-17.30, su prenotazione).

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