La ricerca a servizio di chi indaga

Nuovi strumenti e strategie per contrastare la criminalità economico-finanziaria

Riciclaggio e finanziamento del terrorismo, traffici illeciti di sostanze stupefacenti, di prodotti contraffatti, di oli minerali: per fare un salto di qualità nel contrasto a queste e a molte altre attività illecite è necessario coniugare le strategie investigative con la ricerca scientifica. Questo è il senso del patto per la sicurezza firmato questo pomeriggio in Rettorato dal procuratore distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Trento, Sandro Raimondi, dal comandante regionale della Guardia di Finanza per il Trentino-Alto-Adige, Ivano Maccani, e dal rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini.

“L’accordo sottoscritto segna un passo importante nel percorso di collaborazione tra l’Ateneo, le Forze dell’ordine e la Magistratura”, ha spiegato il rettore Collini nell’illustrare i contenuti del protocollo, che è preliminare all’avvio, a breve, dell’Istituto di Scienze della sicurezza (ISSTN), grande laboratorio interdisciplinare previsto nel piano strategico dell’Università di Trento. A regime riunirà più di 60 docenti di dieci dipartimenti e centri di UniTrento e una rete di giovani studenti, dottorandi, ricercatori.

“La lotta alla criminalità organizzata si può e si deve vincere anche con l’innovazione”, ha aggiunto il procuratore Raimondi. “Incrociando tra loro grosse moli di informazioni, anche di natura diversa e apparentemente estranee tra loro, c’è la possibilità di verificare l’esistenza o meno di legami, relazioni, rapporti che non possono emergere dall’individuale e disgiunta valutazione dei singoli atti. Non solo, ma si può anche risalire a intenzioni, proposte e strategie non ancora palesate”.

“Le sfide investigative di oggi e soprattutto future devono fare i conti con scenari quali l’intelligenza artificiale, la robotica, il cyberspazio, gli algoritmi, la blockchain”, ha commentato il generale Maccani. “Vogliamo fare un salto di qualità tramite una strategia comune in grado di produrre nuovi moduli operativi. Ci confronteremo con docenti di diversi dipartimenti dell’Ateneo di Trento per mettere a punto innovativi prototipi investigativi”.

A illustrare i contenuti e obiettivi dell’accordo di cooperazione istituzionale è stato Andrea Di Nicola, professore associato in criminologia a Giurisprudenza. Un primo filone riguarda l’analisi avanzata di dati per identificare trend e segnalare anomalie ad esempio su finanziamento del terrorismo, riciclaggio, transazioni monetarie e movimenti di automezzi. Un altro fronte è l’esplorazione passiva e attiva di ambienti virtuali (come social network, forum, siti di e-commerce) e l’analisi avanzata di dati online da parte di ricercatori esperti, anche sul “dark web”, per supportare l’attività investigativa sul traffico di esseri umani, sul mercato degli stupefacenti, sulla commercializzazione illecita di prodotti contraffatti, oli minerali, sigarette di contrabbando e altro. Il terzo ambito si riferisce alla creazione di strumenti innovativi per potenziare le attività di controllo sui carichi degli automezzi e dei container, per il pedinamento e l’ascolto.

La task force istituzionale si occuperà anche della definizione avanzata delle reti criminali e di finanziamento al terrorismo.

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