Operativo dal 2 aprile il Servizio diocesano per la tutela dei minori. L’Arcivescovo: “La Chiesa deve muoversi con trasparenza”
“Pensato” da un gruppo di lavoro per quasi un anno, “annunciato” due mesi fa nella Giornata per la Vita, è finalmente operativo il Servizio diocesano per la tutela dei minori che la diocesi di Trento ha attivato in linea con le attese di Papa Francesco e dei vescovi italiani, facendo tesoro dell’esperienza pluriennale della vicina diocesi di Bolzano-Bressanone.
Alla stampa ha voluto presentarlo lo stesso Arcivescovo nel giorno d’inizio attività martedì 2 aprile: “E’ un passo convinto – ha scandito mons. Tisi – verso un maggiore impegno nella tutela dei minori, ponendo al centro il loro benessere per quanto attiene ogni attività in ambito ecclesiale. Riconosciamo che su questo terreno la Chiesa è stata storicamente in difetto. Il desiderio è quello di fare la propria parte in assoluta trasparenza”. Ha poi aggiunto: “Vorremmo anche richiamare tutti, a cominciare dalle altre istituzioni, a un’assunzione di responsabilità per fare di più e meglio per la tutela dei minori o degli adulti vulnerabili. Questa iniziativa ha anche lo scopo di salvaguardare il lavoro encomiabile e generoso di quanti nei nostri ambienti si spendono nell’educazione dei minori”.
E’ duplice la direzione: da una parte favorire la prevenzione di abusi sui minori (non solo di natura sessuale) con misure adeguate predisposte in collaborazione con altri soggetti del territorio; dall’altra, accogliere segnalazioni di casi verificatisi nell’ambito della Chiesa trentina e all’interno di associazioni e gruppi ecclesiali, impegnati per e con i minori, con un’attenzione particolare anche agli adulti vulnerabili. Lo strumento attivato è lo Sportello di ascolto gratito affidato alla psicologa Barbara Facinelli (si veda l’intervista sotto) che potrà contare sulla consulenza di un Tavolo di esperti nominati per due anni dal Vescovo (vedi scheda) in vari ambiti:
Sul tema della vigilanza (“tutti dobbiamo sentirci sentinelle”) e soprattutto della prevenzione si sono soffermati i due referenti del Servizio: don Tiziano Telch, rettore del Seminario, che ha sottolineato fra l’altro l’importanza di puntare ad una formazione integrale, umana e spirituale, dei sacerdoti, mentre don Stefano Zeni, prodirettore dell’Istituto teologico “Guardini”, ha anticipato che uno dei corsi dell’Istituto sarà affidato il prossimo anno a don Gottfried Ugolini, responsabile del Servizio altoatesino e consulente della CEI.
Rispetto ai compiti dello Sportello, eventuali segnalazioni di abusi compiuti da un sacerdote – dopo la necessaria autorizzazione da parte del segnalante – saranno riportate ai referenti del Servizio diocesano e all’ordinario diocesano (vescovo o vicario generale) per poi procedere secondo l’iter canonico.
Su richiesta dei giornalisti in conferenza stampa, mons. Tisi ha riportato l’esito delle 11 segnalazioni su presunti abusi arrivate in diocesi negli ultimi 9 anni: in un solo caso il sacerdote è stato condannato, per due situazioni il processo canonico è in corso. Altri 2 casi erano manifestamente infondati, 2 casi sono stati archiviati, dopo indagine previa, per infondatezza, 2 casi riguardavano sacerdoti defunti. Il caso di un religioso è stato segnalato all’ordinario competente e l’altro caso riguardava un prete straniero per fatti avvenuti all’estero.
Questa nuova iniziativa, che chiede collaborazione anche agli organi di stampa (come ha osservato il responsabile della comunicazione diocesana Piergiorgio Franceschini) va nella direzione di una Chiesa che vuole muoversi in tutti i campi con grande trasparenza: “In un contesto che vede in difficoltà la tutela dei minori vogliamo far crescere nella Chiesa un’attenzione alle vittime – ha concluso l’Arcivescovo – e desideriamo che nei nostri ambienti avvenga quel necessario percorso di formazione visto che in passato quest’attenzione è stata carente, recuperando l’importanza della dimensione della corporeità e della fisicità in armonia con quella psichica e spirituale della persona”.
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